La penna degli Altri 09/05/2013 10:31

17 giorni per correggere la Roma



CONDIZIONE ATLETICA - 
Subito un paio di dati che potrebbero far pensare che non è quello il problema: fermandosi ai primi tempi, la Roma avrebbe ottenuto 8 punti in meno, 16, rispetto ai 24 che ha portato a casa nelle ultime 13 partite. Inoltre pur perdendo al 90’ col Chievo, la squadra ha provato a spingere fino alla fine, anzi, al 90’ aveva trovato anche il gol vittoria contro la . Ma basta allargare lo sguardo per rendersi conto che alla squadra mancano decisamente brillantezza e reattività. A parte poche occasioni (la partita con la , il primo tempo col Parma e in parte quello con l’Udinese), la Roma ha sempre espresso un gioco monocorde, che ha spesso visto i giocatori arrivare secondi sul pallone anche se l’intenzione era un’altra. Esempio: -Roma era stata evidentemente preparata per aggredire i viola in un modo che è riuscito solo nella prima metà del primo tempo. Difficile, molto difficile, pensare che la Roma abbia scelto di farsi schiacciare dentro l’area per tutto il secondo tempo, come poi è successo. Altro esempio, l’incapacità di sfruttare la superiorità numerica con la Lazio dopo l’espulsione di Biava.



TATTICA - 
Quando si vuole dimostrare che un allenatore non ha trovato il bandolo della matassa, si vanno a guardare sempre le formazioni schierate. Ebbene, Andreazzoli in 13 partite ha schierato 13 formazioni diverse. Il criterio quindi non può non valere anche per lui, che peraltro ha anche proposto 6 moduli differenti. Se la duttilità diventa vorticosa, è molto più vizio che virtù. Palese l’errore contro il Chievo, con il doppio centravanti più e la spinta sulle fasce affidata all’inadeguato Piris e allo sfiatato Dodò. Ma altre cose hanno lasciato perplessi: le 5 punte schierate contemporaneamente nel finale col , che hanno ricordato certe imprese di Carlos Bianchi, Lamela esterno di centrocampo, più di un giocatore che ha cambiato spesso ruolo ( e , ad esempio).



MENTALITÀ - 
Non dovrebbe servire un allenatore per battere il e il Palermo, e infatti in questo caso non si chiama in causa Andreazzoli, perché il difetto evidentemente è congenito e nessuno è ancora riuscito ad estirparlo. Oltre alle due gare citate, grandissime occasioni perse, va ricordato anche il modo in cui la squadra è scesa in campo nel primo tempo della gara di ritorno di Coppa Italia contro l’Inter. I nerazzurri probabilmente erano ancora meno forti del , quel giorno. Eppure, nella gara più importante dell’anno, la Roma è riuscita a subire e a chiudere in svantaggio il primo tempo. Per non parlare del già citato derby, dove non si riuscì a sfruttare la superiorità numerica nel secondo tempo e dove nel primo una Lazio rimaneggiata fu nettamente superiore chiudendo meritatamente in vantaggio. Forse per risolvere il problema basta pensare a una frase di , passata sotto silenzio e pronunciata dal prima di Roma-Siena. «Per la mentalità vincente servono i campioni».