La penna degli Altri 29/04/2013 11:26

Talento e rimpianti, la Roma domina il Siena

Rabbia, sgomento, incredulità. Nella prima partita “facile” che si trova a giocare, per propri meriti e per i demeriti di un Siena inspiegabilmente disossato, inconsistente, come se fosse già salvo o già condannato senza speranza, incapace di opporre qualsivoglia resistenza, inadatto al pressing, troppo scarico persino per normali contrasti o falli, la Roma lascia strascichi che non corrispondono, tanto per dire, alla bellezza delle prime tre reti, gioielli autentici (Osvaldo su assist di Lamela al 14’, Lamela al volo no comment su assist no comment di al 15’, Osvaldo dopo applauditissimo accanimento di sulla linea di fondo al 41’).

C’è chi si chiede: ma come può una squadra col miglior attacco della serie A, che vanta due giocatori a 15 gol e uno () a 12, più assist e delizie a profusione, come fa un gruppo con tutte queste briscole in mano a non essere già certo della ? Semplice. Perché questi ragazzi, a parte, non giocano sempre così, difettano in continuità, hanno un cuore intermittente e un’anima spesso assente, a volte si capiscono benissimo, a volte è come se parlassero lingue diverse e di solito la panchina, questa panchina, non li aiuta. Uno spreco palese, enorme, insopportabile. Ieri, facilitati dal clima, mentre il Siena arrostiva nella sua miseria tecnica, i ragazzi del futuro si sono preoccupati anche del presente. Non c’è mai stata partita e non c’è mai stato, per la Roma, problema di modulo. Senza nulla togliere ai protagonisti, la sensazione è che ieri la Roma sarebbe potuta scendere in campo anche con De Sisti, Schnellinger, Angelillo, Losi e Tamborini. Il quarto gol (22’ st) nasce dalla “tigna” di che scarica un basso respinto da Pegolo sui piedi di Osvaldo. La curva come detto non risparmia l’argentino. Ma attaccando lui denuncia dissesti viscerali.