La penna degli Altri 19/04/2013 10:23

Roma-Lazio: è derby della paura

 
Non appena avuta la certezza, piombata da San Siro mercoledì sera, che sarebbe toccato alla Roma, è ripartito il «tormentone» su come, quando e dove si dovrà giocare la finale. La data scelta della Lega calcio è il 26 maggio ore 21, domenica nella quale però c’è in coincidenza l’elezione del sindaco della Capitale. Ma la nomina del primo cittadino sembra essere solo un pretesto, perché il vero nodo è la sicurezza. L’ultimo derby disputato (in programma lo scorso 7 aprile, ma poi giocato in «monday night» alle 20.45) ha riaperto una vecchia ferita: quello di una sfida «pericolosa» soprattutto se giocato di sera. Il giorno dopo gli scontri su Ponte Duca d’Aosta il prefetto Pecoraro era stato lapidario: «Mai più derby di sera». E la linea da seguire dovrebbe essere quella, anche se sembra profilarsi l’ipotesi di un «decidete voi» collettivo: insomma nessuno si vuole prendere la responsabilità della decisione. Il Prefetto (che ha avuto l’input dal Ministro dell’Interno di non rilasciare dichiarazioni sull’argomento) aveva già detto la sua giorni addietro, ipotizzando anche un rischio «porte chiuse» che non farebbe felice nessuno: tanto peggio anticipare il giorno della gara.
 
Chiare le altre posizioni: la Rai, titolare dei diritti televisivi dell’evento, sta facendo il diavolo a quattro per giocare domenica sera alle 21 come da programma. Ci sono tanti soldi in ballo e la televisione di Stato non vuole rinunciarci: ha già in piedi accordi pubblicitari, gli spot sono stati venduti e la macchina organizzativa, dal punto di vista mediatico, per un evento del genere è partita da tempo. Più morbida la posizione della due società che, tolta la quota della Lega, faranno cassa con l’evento e secondo le quali il giocare alle 21 o alle 15 cambierebbe poco: c’è comunque una predisposizione verso l’evento serale anche da parte loro.
La proposta allo studio dell’Osservatorio per le manifestazioni sportive, che si è riunito ieri pomeriggio in via Panisperna alla presenza del Della Rocca e di esponenti di Viminale, Lega, Coni e delle società (primo incontro, ma già oggi ce n’è un altro in programma), è proprio quella di provare ad anticiparla: visto che Prefetto & Co. sono convinti il problema sia l’evento serale (anche se gli scontri dell’ultimo derby sono avvenuti nel pomeriggio). Il ha chiesto alle parti di presentare un piano comune che poi verrà discusso assieme e invitato tutti a stemperare i toni in vista del big match. L’obiettivo è quindi giocarla alle ore 15, ma si potrebbe anche «chiudere» a metà con la gara fissata per le ore 18 (vista la stagione sarebbe ancora giorno). Questa soluzione potrebbe, gioco forza, andar bene alla fine anche alla Rai: ma c’è ancora in piedi una lunga trattativa. La decisione definitiva dovrebbe essere presa lunedì.
 
Altra cosa da organizzare al meglio sono i festeggiamenti. Qualunque delle due squadre vincerà, vorrà festeggiare la Coppa Italia con i propri tifosi: si pensa quindi a un ritardo «forzato» della premiazione in modo da poter far defluire i tifosi «sconfitti» e lasciar spazio e tempo ai vincitori di poter celebrare la conquista del trofeo.
 
Il tema tiene banco in à, l’etere romano è letteralmente in fermento e ieri, dopo l’accesso dei giallorossi in finale è scattato il count-down verso la partita più importante della stagione. «Per evitare corto circuiti istituzionali - ha detto il sindaco Alemanno - mi confronterò con il prefetto e il presidente della Lega Calcio, per stabilire l'orario e il giorno. Spero che in pochissimi giorni si definisca tutto per evitare sovrapposizioni che non servono alla à. E facciamo in modo che questa volta sia un derby senza incidenti».
 
Chiara la posizione anche del nuovo presidente del Coni Giovanni Malagò. «Dal mio punto di vista la partita si deve giocare comunque di domenica, il giorno prima sarebbe ridicolo perché c'è la finale di , in un giorno feriale sarebbe una ulteriore sconfitta. La finale arriva qualche giorno dopo un derby che sicuramente prima della partita non ha certo dato una immagine positiva delle tifoserie e del sistema calcio. Adesso vediamo se con il buonsenso, in particolare noi ci dobbiamo allineare alla decisione del Prefetto, contemperare le esigenze della tifoseria, dei diritti televisivi ma anche del contesto particolare che si è venuto a creare, io sono comunque ottimista».