La penna degli Altri 19/04/2013 11:18

Rebus derby

POSIZIONI E OBIETTIVI - La Lega Calcio ha rotto gli indugi sottolineando questa esigenza e sottoponendola al vaglio delle autorità, che dal canto loro hanno chiesto di avere sul tavolo quanto prima un piano di “alta organizzazione”. E’ chiaro che anche per i tutori dell’ordine poter mantenere tutto secondo quanto previsto dal calendario significherebbe vincere una sfida speciale: ma tutto finirà al vaglio di Prefetto e di Roma che, incrociando le informazioni, dopo aver valutato la proposta di piano organizzativo, scioglieranno le ultime riserve. Parlare della finale come «risorsa per i tifosi e il calcio romano», chiudere la nota sottolineando l’obiettivo di «far svolgere questo grande evento, tutto romano, in un clima di festa e di celebrazione dei valori sportivi», significa camminare tutti insieme (e il clima di generale condivisione è stato molo apprezzato) in una direzione. Provarci. Anche il sindaco Alemanno in mattinata, delegando ogni decisione connessa alla sicurezza all’incontro -Lega, si è comunque auspicato un derby normalizzato, «senza incidenti». Quegli incidenti che hanno scosso la vigilia della sfida stracittadina di campionato dell’8 aprile, inducendo il prefetto Pecoraro a tuonare: «Mai più derby di notte». (...)
 
IL PIANO - Servirà, e questo è stato sottolineato dai responsabili della sicurezza, un impegno forte delle due società, la possiblità anche di pensare ad iniziative condivise pregara. Andrà studiata una opportuna divisione dello stadio che, si sa, per protocollo in questi casi dovrebbe seguire il modello (con l’anello diviso esattamente a metà) e che nel caso di - un anno fa, seguì invece un modello di divisione longitudinale (Monte Mario e Sud alla , Teve e Nord al ) (...)
 
 
Il «dubbio» dovrà essere sciolto entro la metà della prossima settimana. Mercoledì al massimo. Anche perché organizzare una finale non è un impegno semplice come bere un bicchiere d’acqua. Anche per questo ieri da Milano è arrivato il della Lega Marco Brunelli, in sostanza «l’uomo delle grane». Perché al fischio di Bergonzi la macchina si è messa in moto: questa è una finale particolare, storica (per la prima volta in campo per aggiudicarsi la Coppa Italia) le due squadre della Capitale (Lazio e Roma) e temuta. «Ma può essere anche una occasione per provare a costruire qualcosa che non abbiamo mai costruito in passato», dice Brunelli che ieri ha partecipato alla prima riunione romana. Ci saranno altri contatti poi, entro la prima metà della prossima settimana, il «dubbio» verrà sciolto: giorno e orario. Il mondo dello sport vorrebbe la conferma dell’una (domenica 26 maggio) e dell’altro (20,45). Le forze dell’ordine, dopo il pomeriggio di follia dello scorso 8 aprile, preferirebbero far slittare la sfida in orario pomeridiano (ma, come ha sottolineato il presidente della Figc, Giancarlo Abete, gli incidenti di undici giorni fa, si verificarono alla luce del giorno). E poi c’è il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che vorrebbe evitare la concomitanza con le elezioni comunali. (...)
NODO - Perché il nodo è proprio l’orario. La riunione che si è svolta ieri non ha affrontato il problema più spinoso. Si è parlato di divisione dello stadio e le proposte della non collimano con quelle della Lega. Ma la questione dell’orario è quella che crea le maggiori contrapposizioni. La Figc, attraverso Abete, ha fatto capire che preferirebbe la finale in notturna. Ieri il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha preso posizione a favore della data: «La finale di Coppa Italia tra Lazio e Roma si deve giocare comunque di domenica». La Lega confida di costruire intorno alla sfida un clima positivo con iniziative che dovrebbero coinvolgere direttamente i club e i calciatori. Ma il Ministero dell’Interno (e il ) sull’orario hanno una posizione molto rigida: niente notturne. Si sussurra una ipotesi: un orario pomeridiano che consenta il deflusso degli spettatori con la luce del sole, insomma le 16.