La penna degli Altri 10/04/2013 10:30

Re Derby senza eredi

A 37 anni è ancora il migliore. (...) D’altra parte di dubbi c’è da averne, e molti: dove sarebbe la Roma senza , perché giocando vicino a lui alcuni non imparano niente e si limitano a consegnargli le pratiche, pensaci tu che sai come si fa, e perché lui stesso non si stufa di questo ruolo non da padre ma da patrono, uno a cui non si chiedono consigli bensì miracoli? E’ questo il lato oscuro di , da riassumere in tre parole: è troppo bravo. Solo per esorcizzare l’inquietante conclusione alternativa: gli altri non sono bravi abbastanza.
 
IL RECORDO PIU' AMBITO E LA GIOIA DI ESSERE ANCORA IL NUMERO UNO
 
 La leggenda - certificata dalle immagini che oggi contano assai più delle parole, mai tanto volatili - stabilirà che dopo aver trasformato il rigore del pareggio ha paragonato il proprio piacere a quello provato in certe occasioni da un animale che di poco si accontenta e non disdegna di vivere in ambienti poco puliti. E’ il linguaggio del derby. Radu ha cantato di peggio. (...) «E’ questo il record più bello, il record che volevo».

(...) Era un primato un po’ nascosto, perché riguarda più il cuore che l’algebra, più una à, per quanto antica e imperiale, che una nazione o un mondo. Ma sono il cuore di e la à di e soprattutto la partita di , quella che un paio di allenatori l’hanno accusato di digerire a fatica e altri invece gli hanno consegnato a scatola chiusa, supplicandolo di trovarne la chiave. Del resto si sa molto, dei vent’anni di serie A, delle 529 presenze con la Roma, soprattutto dei gol in campionato ormai diventati 227 e dell’inseguimento sempre più convinto e sempre più inferocito, anche se forse impossibile, ai 274 di Silvio Piola. (.,..)

TROPPO SOLO AL CENTRO DELLA SQUADRA. E SOLO LUI TIRA IN PORTA

stritola primati e soprattutto è ancora capace di lasciare gli avversari - non solo i compagni, che qualche volta di troppo si affidano a lui come un paziente si affida al chirurgo - a bocca spalancata con un tocco in verticale o con un lampeggiante cambio di fronte. (...)

A guardare i dati non si vede nulla di speciale. quest’anno si è perso soltanto due partite della Roma, a parte il 3-0 a tavolino sul Cagliari del girone d’andata. Ha intascato più presenze di lui soltanto . Nelle due occasioni in cui non c’era la Roma ha perso una volta, a Catania, e una ha vinto, a Bergamo.

Questo dimostra che il calcio non è gioco a cui si addicano le statistiche spietate che negli Stati Uniti hanno fatto la fortuna degli statistici e degli organizzatori dei fantacampionati. A vedere le partite dei giallorossi di quest’anno, sia in versione zemaniana sia nel periodo andreazzoliano, si ottiene l’impressione corretta. La squadra in assenza del capitano, o quando questi accusa una pausa nel rendimento, circoscrive il suo raggio d’azione. Soprattutto, non riesce a superare con fluidità le zone minate del centrocampo e della difesa degli avversari.

(...) L’unico fuor di ad arrivare alla conclusione e a essere fermato da Marchetti è stato . Sulla respinta del medesimo Marchetti su punizione del medesimo . Soprattutto adesso che la corsa collettiva imposta da Zeman si è smorzata, la Roma non fabbrica pericoli senza l’intervento diretto del capitano. Qualsiasi squadra denuncia periodi di affaticamente. Nessuna squadra ambiziosa può affidare ogni sua soluzione a un solo giocatore. Per quanto mirabile, per quanto longevo.

Non esiste nella rosa della Roma - ma forse non esiste da nessuna parte - un uomo con le caratteristiche di .(...)