La penna degli Altri 17/04/2013 09:25
Quei lunghi anni di sfide, litigi, prodezze e aiutini
LETÀ DELLORO Dieci anni brillanti. Campioni, successi, allenatori personaggi carismatici. Stramaccioni non è Mourinho né Mancini, Andreazzoli è solo una costola di Spalletti. Aurelio è educato, elegante, poco personaggio; come lui il collega Stramaccioni, che più passa il tempo e più si incupisce. Sono ormai lontanissimi, gli scontri verbali e tattici tra Lucianone e Mancini, quelli cruenti e ineleganti tra Mou e Ranieri. Ci si giocava molto, le vigilie erano spesso di fuoco, tipo quando Mourinho dava del «vecchio» a Ranieri o a Spalletti ricordava che la sua squadra avrebbe finito la stagione senza «tituli» o ancora quando denunciava lingiustizia di una finale da disputare a Roma. Tutto faceva brodo.
FISCHI E FIASCHI Inter-Roma è sempre stata la partita delle polemiche, delle prodezze, degli scudetti contesi, dei neologismi di Francesco Totti, come gli aiutini e gli aiutoni (e oggi è Moratti a lamentarsi degli arbitri, come è strano il destino...). Il punto a punto per il tricolore era eccitante, ma alla fine vinceva sempre lInter. Le coppe invece se le sono più o meno spartite. Fa parte della storia delle sfide con i nerazzurri anche il cucchiaione di Totti servito al povero e sorridente Julio Cesar, così come le litigate con Balotelli e il relativo calcio nel sedere in euro visione da parte di Totti nellultima finale allOlimpico. E ancora storia: le sei pappine romaniste con quei primi venti minuti dei giallorossi da sentirsi male. Fa parte della storia, e qui i tifosi giallorossi ci devono stare, pure quando Mihajlovic faceva pari o dispari con Adriano per chi doveva tirare un calcio di punizione. Era la povera Roma di Bruno Conti, finalista quasi per caso nel lontano 2005. Ma i giallorossi sono stati strapazzati anche con Spalletti in panchina: 0-4 allOlimpico, sfida di campionato, ha segnato anche Obinna. Sì, Obinna.
LOGGI È PIÙ TRISTE Inter-Roma, oggi. Due formazioni un po più immalinconite, alla ricerca di se stesse e che magari vivono pure un po di ricordi. Serve un segnale che dia sostanza al presente e speranza per il domani. Un domani prepotente, tanto per citare Sabatini. Con un pizzico di nostalgia per le sfide che furono. Quella sì.