La penna degli Altri 07/04/2013 11:57

Poi il presidente festeggia Totti

Tra piatti in abbondanza e del buon Pinot grigio non si parla della faccenda più faccenda di tutte, per ma anche per la Roma stessa. Il rinnovo di Francesco non è argomento di discussione. Ci pensa il al termine del pranzo ad alimentare la curiosità, specie quella dei giornalisti. Lo fa a modo suo. «Resto fino al 2020», dice. È una battuta, si scherza, appunto. Lo è anche quella di Pallotta («Francesco mi ha detto che posso restare altri due anni»), che incontra per festeggiarne la carriera ventennale. Si vedono per questo, anche se poi il discorso, inevitabilmente, cade anche sulla Roma. Sono entrambi dei vincenti e vogliono continuare a esserlo con questi colori.

Questo è il messaggio. Semplice. Puro. Romanista, quindi. Nessuno dei due sfiora la questione rinnovo, perché non serve. Davvero. Non perché non serva - bestemmia! - il nuovo contratto di , o perché non fosse la sede giusta. Non serve, perché Pallotta quello che doveva dire lo aveva già detto. «Finché giocherà resterà con noi», ha promesso il presidente appena pochi giorni fa in quel forum a New York con i corrispondenti in America dei quotidiani italiani. È esattamente quello che chiede il . Non è una questione di durata. Nel senso che vorrebbe avere la possibilità di giocare fin quando se la sente. Non è protervia, è un dono d’amore, perché a 36 anni suonati un fuoriclasse come lui potrebbe anche dedicarsi alla famiglia, al tennis, alla sua scuola calcio all’Axa. Invece si spende ancora in sacrifici, allenamenti, sveglie e calcioni alle spalle, quando potrebbe dare un calcio a tutto e tutti. Francesco alzerà la mano spontaneamente quando non se la sentirà più di proseguire. Quando quel fisico bestiale dirà basta. Poi inizierà la carriera di dirigente. Poi. Prima, oggi, è il calciatore più forte della Roma e uno dei più forti al mondo. Quindi, lunga vita al re. Per ora, non c’è alcuna trattativa. Deve iniziare, inizierà secondo qualcuno prima della fine del campionato. È importante, è molto importante, che Francesco non entri negli ultimi dodici mesi di contratto. Per non alimentare il consueto chiacchiericcio romano, perché è . Ma questo la Roma lo sa. «Finché giocherà resterà con noi». Parola di presidente.