La penna degli Altri 24/04/2013 19:30

In Italia un allenatore ha un ciclo di 2-3 anni. Cambiare così tanto serve?



Già a cominciare dal , secondo in classifica, non si sa se
Mazzarri resterà. E non è la prima volta che si arriva a questo punto con l’incognita della riconferma. Non dipende dal club stavolta ma dall’allenatore, ormai tra i più quotati in Italia: ha offerte, è blandito da molti club (la Roma ad esempio) e il stesso sta cercando di trattenerlo con un contratto biennale da 7 milioni di euro. Mica pochi. Allegri al Milan non è visto benissimo da Berlusconi e la certezza della venuta a diminuire nelle ultime settimane ha riacceso quella snervante guerra psicologica cui ogni allenatore rossonero – da Sacchi stesso a Zaccheroni fino ad – viene prima o poi sottoposto.



Cerca dichiaratamente un nuovo allenatore la Roma americana che ne ha già avuti tre in due anni e uno diametralmente opposto all’altro. Potrebbe essere Mazzarri, potrebbe essere Allegri, potrebbe essere Pioli o qualcun altro: anche se è difficile capire come allenatori che vengono da squadre arrivate o che stanno per arrivare alla dovrebbero accettare il compito di rifondare una squadra che non dà alcuna certezza, immersa in un ambiente umorale.

Sta cercando di non spezzare il filo che la lega a Stramaccioni l’Inter di Moratti, cui bisogna riconoscere – rispetto al suo passato – di aver difeso il tecnico fino in fondo, nonostante una stagione completamente sballata, che ha visto mancare progressivamente tutti gli obbiettivi e che ha messo a rischio perfino la qualificazione a una coppa europea. La Lazio confermerà, a meno di grandi sorprese, Petkovic, ma l’allenatore che così bene aveva cominciato nel girone di ritorno ha perso abbastanza il controllo della situazione, rimangiandosi la dote di complimenti del girone d’andata. Alla fine è un cerchio, in due tre anni – quando va bene – l’allenatore italiano compie il suo ciclo, niente a che vedere col campionato inglese dove Ferguson e Wenger sono allenatori del Manchester United e dell’ quasi a vita.



A prescindere dai risultati che comunque per Ferguson sono stati eccezionali. In Italia si cerca sempre di costruire in fretta, e mentre si costruisce gli allenatori si avvicendano uno all’altro, lasciando spesso un lavoro a metà strada, che poi un altro deve cercare di completare e conciliare con il proprio. Mi chiedo, ma il campionato sarebbe così diverso se accanto alla di
, al Milan di Allegri, al di Mazzarri, all’Udinese di Guidolin, avessimo ancora l’Inter di Benitez, la Lazio di Reja, la Roma di Luis Enrique e così via? Io non credo proprio. E anzi penso che sarebbe un campionato migliore.