La penna degli Altri 18/04/2013 09:14

Fiammata nerazzurra, poi Destro è devastante. Capitale tutta in finale



Più di così… Impossibile chiedere di più a questa Inter. Stramaccioni ha faticato a metterne insieme 11 e nel riscaldamento ha perso pure Cambiasso. Aver mascherato per quasi un’ora la differenza d’organico e di valori è stato un merito. Poi però una Roma inizialmente indolente ha dato fuoco alle sue potenzialità, piene di futuro, è non c’è stata storia. L’Inter però non se la prenda solo con il destino baro. Riconsideri il primo gol di che è pieno di significati. Il giovane Lamela si lascia dietro il vecchio Zanetti, che arranca e inciampa, e detta splendidamente in verticale per . Al posto di Lamela l’Inter in Argentina scelse Alvarez. Sull’assist di Lamela, , uno che l’Inter ha usato come merce di scambio, mette in rete e poi raddoppierà. Scelte di mercato sbagliate, mancato rinnovamento, la disastrosa gestione del dopo-Triplete, l’Inter paga tutto questo in questa disgraziata stagione senza più traguardi. Non solo la sfiga.



Guida Alvarez Senza Cambiasso, tocca a Jonathan. E il tecnico nerazzurro ridisegna tutto così. Difesa a 4, con Juan Jesus che va a sbattere sul temuto Lamela, cui aveva già preso le misure all’Olimpico. Un passo oltre la diga, sta Kovacic a impostare ed alzare la palla con i suoi strappi. Quattro centrocampisti stesi alle spalle di Rocchi, ultimo rampollo di una stirpe all’Inter estinta: gli attaccanti. Schelotto, largo a sinistra, ha il compito di raddoppiare in marcatura su Lamela e poi di creare quello che può. In fase di possesso il peso della costruzione cade quasi tutto sulle spalle di Alvarez, in buona vena, che sgomma da destra per affondare o ispirare. Kovacic-Alvarez: è questo l’asse della speranza di Stramaccioni. Che però ha disegnato la partita soprattutto per narcotizzare la Roma: soffocarla con la densità del centrocampo, chiudere i corridoi al genio di , intasare le fasce, impedire a incursori come di imbucarsi. In due parole: fare giocare male la Roma, abbruttire la partita per compensare la disparità di valori e poi sperare nel colpo buono.



Roma pigra Il piano riesce e la Roma ci mette anche del suo, perché non si oppone al ritmo basso, fa pochissimo movimento senza palla e concede all’Inter un possesso sterile, confidando nel vantaggio e nel tempo che passa. Un errore. Perché contro un’Inter così disastrata, sarebbe più logico aggredirla per strozzare nella culla il sogno di rimonta. E invece arretra per ispirare ma si ritrova chiuso in un gabbia di mediani; Lamela si lascia incatenare da Juan Jesus; detta la profondità e nessuno ascolta. Tutto troppo lento: gambe, palla, idee. Ma Andreazzoli lascia fare e l’Inter passa al 21′ con un gol bellissimo: Jonathan triangola di prima con Alvarez e Rocchi e arriva in rete. Jonathan, Alvarez, Rocchi i tre brutti anatroccoli firmano l’azione più bella della stagione nerazzurra. E la Roma di , e Lamela, zeppa di qualità e di salute è sotto. Così va il calcio, ogni tanto.



Che
Ma in genere il calcio è una cosa onesta e chi ha valori e si sbatte per imporli alla lunga ha soddisfazione. La Roma, spaventata dallo svantaggio, alza il ritmo e gli uomini. Comincia un altro film. Già prima del tè, Handanovic deve opporre due miracoli a e . Il prezzo dell’impresa è troppo alto per l’Inter: dovrebbe riproporre la feroce concentrazione del primo tempo, senza cambi in panchina (la Roma tiene seduto ) e con giocatori come Schelotto e Kuzmanovic che frenano una squadra incerottata invece di trascinarla. Appena si fa sorprendere lunga e fuori asse, con l’affannato Zanetti che rincorre, la Roma l’accoltella in verticale, senza pietà: da Lamela a che scavalca Handanovic con dolcezza (10′). La partita di fatto finisce così. Strama è costretto a rendere più offensiva la squadra (4-3-1-2) e apre spazi che la Roma inghiotte come cioccolatini. Ancora e poi gonfiano il vantaggio, prima dell’orgoglioso e definitivo 3-2 di Alvarez. Per la ghiotta prospettiva di sollevare la decima Coppa Italia del club in faccia alla Lazio. Le ultime due sostituzioni di Strama, due ragazzini (Forte e Belloni) sono state la rabbiosa richiesta di un futuro diverso. Ascoltatelo.