La penna degli Altri 24/04/2013 10:34
Fair play con il buco
Passata la buriana qualcuno spiegò a roi Michel che, di per sé, i debiti, non possono essere considerati un cancro visto che è prassi usuale per qualsiasi azienda, anche in piena salute, finanziarsi attraverso le banche. Ovviamente non è questo il caso dei debiti scaduti e non saldati: al Malaga, per esempio, sono stati congelati i premi della Champions League per non avere pagato gli stipendi dei giocatori. LUefa ha così modificato il tiro in corsa, decidendo di controllare i comportamenti dei club allo scopo di stroncarne gli stili di vita superiori alle possibilità di ciascuno. Pertanto a partire da questa stagione le spese devono essere strettamente connesse ai ricavi e sono vietati gli interventi degli azionisti per ripianare il rosso di bilancio. Il nuovo sistema di controllo entrerà a pieno regime a far data dalla stagione 2014-2015 però, nel frattempo, è stata attivata una sorta di camera di compensazione che per un biennio (2013-2015) consentirà di sfondare di 45 milioni il tetto delle spese possibili in relazione al proprio fatturato, 30 per il successivo triennio (2015-2018). In questa ottica sarà interessante verificare come, tra un anno, il Paris Saint Germain avrà saputo giustificare la sponsorizzazione retroattiva di 200 milioni (a stagione) con la Qatar Tourism Authority per una non meglio precisata promozione turistica dellEmirato totalmente al di fuori dei valori di mercato.
Resta il fatto che, alla luce delle norme europee, il fair play in cui tanto confida Platini appare vulnerabile come un castello di sabbia. È dunque lecito attendersi azioni legali a raffica quando le danze partiranno sul serio. Sul Wall Street Journal lavvocato Jean Louis Dupont (quello dello storico caso- Bosman) ha definito il fair play finanziario «un accordo di cartello per sancire lo status quo del potere nel pallone europeo ». Uno degli effetti della riforma voluta dallUefa rischia infatti di essere la cristallizzazione: limpossibilità di spendere più di quanto si ricava impedirà, a chi lo volesse, di crescere attraverso gli investimenti degli azionisti. Per questo diventa sempre più vitale laccesso alla Champions che garantisce tra i 25 e i 40 milioni di euro annui. «LUefa non è uno stato ma unorganizzazione privata e non può imporre a un soggetto luso che deve fare del suo denaro » sostiene un principe del foro italiano.
Una forte corrente di pensiero è convinta infatti che le norme relative al fair play finanziario: 1) contraddicano le regole europee sulla concorrenza; 2) limitino la circolazione dei capitali allinterno della Comunità; 3) ledano le libertà individuali (io, proprietario, nella mia azienda metto i soldi che voglio). A questo proposito gli articoli 16 e 17 della Carta di Nizza sui diritti fondamentali garantiti dallUnione Europea tutelano la libertà dimpresa e il diritto a disporre a proprio piacimento dei beni acquisiti legalmente. Risultato: forse è il caso che nei prossimi mesi Platini, abituato a fare gol, si prepari a giocare in difesa.