La penna degli Altri 11/04/2013 12:15

Coltellate alla luce del giorno, e adesso derby a porte chiuse?

 
Tanta è stata la sorpresa fra chi gestisce, o dovrebbe farlo, l'ordine pubblico per gli incidenti di lunedì (pomeriggio). Forse Pecoraro vuole coprire certe falle organizzative della di Roma: quanto erano i teppisti? Cento? Mille? Hanno colpito nei soliti posti, dalla parte di Ponte Milvio dove si radunano alcuni tifosi laziali: era così impossibile prevederlo? Ne sono stati individuati (per ora) cinque, daspati, e cinque denunciati a piede libero. Ora forse ne scopriranno altri. Possibile che dopo anni non li conoscano? Dodici le coltellate che a Roma minimizzano e chiamano "puncicate", sbagliando. Per fortuna, non è successo niente di grave: ma a livello d'immagine, anche all'estero, la guerriglia del derby è stata devastante. Giocare di pomeriggio significa la resa dello Stato di fronte a pochi violenti, significa mettersi contro le tv (ma questo sarebbe il male minore) e tante persone perbene. No comment dal Viminale ovviamente alla linea decisa dura dal : ma così una parte del lavoro dell'Osservatorio viene sconfessato. Anni di impegno (a cominciare dai tempi di Francesco Tagliente, ora prefetto a Pisa) rischiano di essere cancellati. L'ex capo della polizia, Antonio Manganelli, aveva un sogno: stadio pieni, allegri, con i bambini e le famiglie e la polizia fuori dagli impianti. 
 
"Gli episodi in occasione del derby di Roma ci hanno ricordato come il tema della violenza negli stadi è ancora molto caldo. Bisogna moltiplicare gli sforzi, perché è inaccettabile che si permetta di influenzare in qualche modo il regolare svolgimento delle partite". Il pensiero di Roberto Massucci, vice presidente operativo dell'Osservatorio. Massucci sottolinea, poi, di non sottovalutare anche episodi meno gravi ma comunque incresciosi come quelli accaduti in tribuna a Firenze: "Il problema che all'inizio era solo legato al mondo ultra, adesso sta assumendo connotazioni diverse. Come Osservatorio, notiamo una deriva di illegalità che coinvolge spettatori che non sono ultras, calciatori e addetti ai lavori. Bisogna rimaturare la consapevolezza di dover rispettare le regole". Infine un commento sulla possibilità di spostare la finale di Coppa Italia del 26 maggio a Roma, perché in concomitanza con le elezioni comunali. "Si sta valutando ogni possibilità con tutti i soggetti interessati, tutti vogliono che le cose si svolgano nel migliore dei modi e con questo spirito si sta valutando ogni opzione". 
 
Non bisogna arrendersi alla teppaglia ma organizzare meglio il derby. In passato si è giocato di sera, portando allo stadio anche 5.000 bambini. Si è cercato di risolvere, almeno in parte, la questione della Tribuna Tevere: ma i separatori mobili, da alzare nelle partite a rischio, costavano troppo. Così è stato dato il via libera a biglietti omaggio per bambini e anziani (a proposito: zero politici gratis in tribuna autorità, bravo Malagò). Anni fa si giocava di sera e la vigilia del derby i vari commissariati di zona identificavano quel centinaio di soggetti potenzialmente pericolosi e magari recidivi: una misura di prevenzione, come per dire "ragazzi, attenti, vi conosciamo". Non li conoscono più adesso? Anni fa prima del derby la collaborava anche con i servizi (Aisi) per capire che vento tirava. Ma lunedì si sono fatti prendere in contropiede. Come mai? Non ha senso giocare di pomeriggio se prima non ci si organizza meglio. Per la finale di Coppa Italia, prevista all'Olimpico per domenica 26 maggio (ore 21), concomitante con le elezioni amministrative, pare che prefettura e stiano pensando di spostarla addirittura a venerdì 24, con inizio alle 15. Nell'ipotesi, ovviamente, che ci sia un altro derby. E giocare alle 7 del mattino?