La penna degli Altri 18/03/2013 10:06

Totti non si ferma: 226 gol. Il Parma deve farsi da parte



Il copione in fondo era già scritto alla vigilia: perché nelle ultime 15 sfide romane i giallorossi ne avevano vinte 12 pareggiandone 3, confinando nel paleolitico della stagione ’96’97 l’ultima vittoria ospite. E perché ancora una volta la firma è quella di , che oltre a superare Nordahl al secondo posto della classifica marcatori all time della serie A (quota 226) aggiorna conti con i propri avversari: sigillo 17 ai gialloblù, il suo bersaglio preferito, e ottavo contro il Donadoni allenatore che con una doppietta aveva contribuito a esonerare ai tempi del . Ma se il suo 2-0 su punizione diretta chiude una gara sin lì incerta, il capitano romanista contribuisce in maniera determinante al successo anche nella sfida a chi coglie più legni, attentando alla stabilità di traversa e palo con un terra-aria su cui Mirante benedice i montanti.



Che non fosse serata il deve averlo capito in fretta: dopo sette minuti appena vede avventarsi e Lamela su un pallone calciato forte da
. Sembra fuorigioco, anzi no perché Paletta fuori dal campo netta la posizione dei suoi avversari. Facile far gol, più complicato capire per speaker e tifosi chi abbia toccato per ultimo. Vince Lamela che nonostante la scelta dell’allenatore di mandarlo a giocare più vicino al guardalinee che alla porta avversaria — laterale di un centrocampo a sei con Perrotta e uomini di lotta e di governo — può scrivere “dodici” alla voce gol fatti: che Osvaldo sia in panchina, ormai non se ne accorge più nessuno. E proprio Perrotta avrebbe al quarto d’ora la palla del match, inaugurando invece a porta vuota il festival delle traverse.




Il Parma non c’è fino alla metà della ripresa, quando Amauri sciupa a porta vuota un regalo di Stekelenburg tornato brutto anatroccolo, e quando Paletta accorcia il conto dei legni stampandoci su un corner di Valdes. Poi, solo : lo stesso Valdes lo ferma con le brutte e Russo lo grazia, Mirante a fermarlo non riesce proprio e lui può mettere il pollice in bocca per l’undicesima volta in stagione. Consentendo ad Andeazzoli, 13 punti in 6 gare, di marciare al ritmo della
. Così anche un Baldini più musone del solito («Al Qaddumi non l’ho presentato io») smetterà di pensare alla figuraccia dello sceicco.