La penna degli Altri 01/03/2013 09:14

Sullo sceicco l’ultima parola sarà di Pallotta

TAVOLO - I lavori si sono aperti alle cinque e mezza di ieri pomeriggio a Trigoria. In tanti, però, erano collegati solo telefonicamente. I rappresentanti della cordata statunitense, fisicamente negli Usa, e anche Fiorentino, Cappelli e Marra, espressione della banca. Si è andati avanti seguendo l’ordine del giorno, ovviamente. Tanto che alla fine, intorno alle nove di ieri sera, la Roma ha pubblicato il comunicato che annunciava la  «delibera della nomina per cooptazione, quale nuovo componente il consiglio, Italo Zanzi, a seguito delle dimissioni presentate da Andrea Gabrielle, per motivi personali. Il consiglio ha conferito a Zanzi le deleghe operative precedentemente attribuite al consigliere Pannes» . (...)
 
AVANTI - Dopo aver certificato che anche i ricavi sono in aumento, la riunione è passata al tema che, seppure non presente nell’ordine del giorno, è quello che interessa di più in questo momento: il cosiddetto sceicco. Pallotta, come detto, sarà l’unico a decidere sull’argomento, anche se Unicredit resta perplessa riguardo la reale fattibilità dell’operazione. Il consigliere Marra, non nuovo ad un certo tipo di operazioni, ha voluto che si mettesse a verbale un suo documento dettagliato e diviso in cinque punti: la sintesi, sulla falsariga di quanto dichiarato qualche giorno fa dallo stesso Marra, è la richiesta di chiarezza nei confronti della proprietà statunitense. Non è la prima volta che Marra manifesta pubblicamente dubbi, ma evidentemente l’indicazione di parlarne solo nelle sedi opportune non ha avuto successo. Unicredit è preoccupata, perché nel momento in cui Adnan Adel Aref al Qaddumi al Shtewi dovesse dare seguito all’operazione la sua quota di partecipazione azionaria sarebbe diluita contestualmente all’aumento di capitale. Scenderebbe dal 40% al 25% senza contropartita economica. Pallotta, sostenuto dal braccio Pannes, è convinto che lo sceicco sia davvero tale e aspetta. Lo farà per altre due settimane, non oltre il 14 marzo. Di buono c’è che nel frattempo i conti della Roma, pur mantenendo un segno meno davanti, sono migliorati. Per il resto è questione di giorni. La soluzione, in un senso o nell’altro, è ormai vicina.