La penna degli Altri 11/03/2013 09:20

La maledizione di Lamela: i suoi 12 gol pesano poco



LA STATISTICA - Ci sono numeri, però, che non rendono fino in fondo giustizia al ragazzo di Buenos Aires. Questo perché i suoi dodici gol hanno portato pochi punti alla Roma. Vediamo: Lamela all’Olimpico ha segnato contro il (sconfitta), l’Atalanta (vittoria), l’Udinese (doppietta: sconfitta), il Palermo (vittoria) e il Milan (doppietta, vittoria) e in trasferta in casa di (vittoria), Parma (sconfitta), Lazio (sconfitta), Sampdoria (sconfitta) e Udinese (pareggio). Insomma, un contributo - ovviamente non per colpa sua - non esaltante. Erik ha la capacità di sbloccare le partite, cioè di segnare il primo gol, ma finora non ha avuto la fortuna di poter etichettare una sua prodezza come realmente decisiva. Se non altro, va tenuto conto della sua abilità di spaccare in due le gare, segno che l’approccio all’impegno è quasi sempre ottimale.



IL RUOLO - Con Aurelio Andreazzoli in panchina, Lamela ha cambiato (già un paio di volte...) ruolo passando da attaccante di destra nel tridente zemaniano a trequartista nel 3-4-2-1 del nuovo corso. Non v’è dubbio che, numeri alla mano, la prima parte della sua stagione, quella vissuta con il boemo in panchina, sia nettamente migliore: questione di gol e anche di giocate al servizio della squadra. A Udine, ad esempio, il contributo che Erik ha dato alla squadra, al di là del gol, è stato davvero minimo: troppo spesso fuori dalla manovra, troppo ai margini del gioco l’argentino, come confermato da Andreazzoli («Ha giocato al di sotto delle sue possibilità»), il Coco senza il bonus della rete probabilmente sarebbe finito nell’elenco dei bocciati. E, allora, ci si chiede: qual è, considerate le sue qualità tecniche, il ruolo a lui più adatto? Lamela è un attaccante, forse atipico ma certamente uno che sa far gol. E che, per questo, deve stare il più vicino possibile alla porta avversaria. Facile, no?