La penna degli Altri 31/03/2013 11:11

Ilicic rianima il Palermo. Roma, ciao Champions

Amore Miccoli Inutile dire come i 26 punti di differenza in classifica non si notino perché il Palermo (che fino a ieri in casa aveva raggranellato solo 15 punti) capisce subito la vulnerabilità delle fasce romaniste, visto che Lamela da un lato e Marquinho dall’altro non riescono a reggere né le cavalcate di Morganella e Dossena (e poi ) né soprattutto i tagli di Ilicic, vero uomo ovunque dell’attacco. Certo, i rosanero — pur piazzando l’utile Donati davanti alla difesa e sfruttando il lavoro in mediana di Barreto e Kurtic — devono accettare che la Roma allarghi il campo per favorire gli inserimenti di Perrotta e , lasciando per giunta libero di avanzare indisturbato fino alla trequarti, però le ripartenze avversarie a quel punto sono dolorose per Stekelenburg & Co, privi di Marquinhos. Insomma, sfidandosi due squadre che difendono a tre, chi domina le fasce vince. Non a caso, nei primi 25 minuti, la squadra di Sannino segna con Ilicic servito da un Miccoli in stile «king size», colpisce una traversa su punizione con lo stesso capitano e centra un palo con Kurtic servito sulla fascia da Morganella. Quanto basta perché si capisca come la Roma sia fragile, nonostante arrivi fino ai sedici metri con discreta facilità. Ma la pessima giornata sotto porta di Marquinho (sciupa tre occasioni) e la reattività di Sorrentino su e, nella ripresa, su e Osvaldo, annacquano le velleità d’impresa giallorosse. Perché d’impresa si tratta, visto che al 35′ è Ilicic — contestato all’annuncio delle formazioni — a ricambiare il favore a Miccoli, servendolo al centro di un’area presidiata dal solo Burdisso. È il 2-0, che sprofonda la Roma nei soliti equivoci.
 
Luce Nella ripresa Andreazzoli rovescia il tavolo puntando sul malinconico Osvaldo e soprattutto su un che accende il gioco. Un dato poi fa tremare il Barbera: i rosanero sono ultimi in classifica per punti nei secondi tempi. E in effetti, liberi della lentezza di Tachtsidis e dalla frenesia di Perrotta, i giallorossi in 7 minuti vanno già al tiro due volte, costringendo i padroni di casa nella loro trequarti. L’ingresso di Dybala per l’acciaccato Miccoli (che non segnava proprio dal derby di 4 mesi fa) evidenzia come il ragazzino sia ancora acerbo per fare reparto. Così la Roma preme senza patire più troppo dietro e così al 14′ Von Bergen deve salvare sulla linea una giocata di Marquinho che aveva scavalcato Sorrentino. Da metà ripresa in poi, però, la stanchezza fa abbassare i ritmi e così il Palermo, perso Barreto per infortunio, rischia solo per una sciocca palla persa di Munoz che innesca Osvaldo neutralizzato da Sorrentino. Ma è già il 41′, perciò tempo più di rimpianti che di propositi. La resurrezione rosanero è servita, quella giallorossa (al solito) persa lungo il solito calvario dei «vorrei ma non posso».