La penna degli Altri 05/03/2013 08:56

Da Costa: «Meglio di Gunnar»



Da Costa, ci racconta lo svedese?

«Una persona perbene, innanzi tutto. Un vero signore».



Anche in campo?

«Esatto, anche in campo. Un giocatore estremamente corretto, leale. E fortissimo».



Grande grosso come un armadio...


«Sì, aveva un gran fisico e da centravanti puro qual era sfruttava al meglio la sua stazza. Era quasi tutto , aveva un piede piccolo e questo gli consentiva di colpire sempre bene il pallone e di tirare delle autentiche cannonate. Immarcabile, per via della sua fisicità. Le posso raccontare un aneddoto?»




Prego.


«L’anno prima che il Pompiere (il nomignolo di Nordahl, ndr) venisse alla Roma, andammo a San Siro per giocare contro il Milan, perdemmo 4-1 (8 gennaio 1956, ndr) e lui in un’azione d’attacco travolse Losi e Stucchi, mandandoli entrambi a terra, senza commettere fallo. Neppure due difensori ce la facevano a tenerlo...».



Da Costa, e quel titolo di capocannoniere?


«Segnai ventidue reti, tante grazie a Gunnar. Tutti i difensori avversari lo marcavano a uomo, io ero più libero e perciò avevo più possibilità di far gol. Facile, no?».



Centravanti così non se ne sono più visti...


«Ha ragione, forse quello che più gli si è avvicinato è stato Gigi Riva. Uno che lottava e sgomitava per fare gol».



Nordahl arrivò alla Roma alla fine della carriera.


«E non faceva altro che ripetermi: avessi saputo che qui pagavano così bene, sarei venuto prima».



Guadagnavate più che al Milan?


«Gunnar diceva così, ma non so se era verità o una bugia».



Lo svedese ha segnato in Serie A gli stessi gol di .


«Complicato fare un paragone tra i due: altri tempi, altro calcio. Di certo, Gunnar è stato più punta di ».




Due ruoli diversi?


«Nordahl era un centravanti e basta; è anche un centravanti. Francesco va dove lo porta la sua classe; Gunnar stava sempre al limite dell’area avversaria pronto a colpire».




Anche due storie diverse.


«, al di là di tutto, lo paragono a Rivera perché ha scelto una squadra, Gianni il Milan, lui la Roma, e non l’ha mai tradita».




, un attaccante moderno: facile dirlo, giusto?


«L’ho spiegato prima, oggi si gioca un altro calcio. Ma è uno che ha segnato tanto, tantissimo senza aver mai vissuto per il gol. È uno che, grazie alla sua clase e alla sua fantasia, ha fatto anche fare tanti gol ai propri compagni».




Tra e Nordahl, chi si prenderebbe?


«Francesco. Più completo».



, Del Piero, Baggio: li metta in ordine di classifica.


«Al primo posto metto , senza esitazioni. Gol, altruismo,
, sinistro, testa, punizioni. Tutto. E tutto questo nonostante gravi infortuni».




A suo giudizio, fin quando potrà giocare?


«Fin quando gli avversari lo picchieranno e lui non reagirà».



Traduzione?


«Fin quando avrà il fisico e la testa per stare al passo di colleghi più giovani».



E poi?


«Poi, in una maniera o in un’altra, dovrà restare alla Roma a vita».