La penna degli Altri 13/03/2013 09:03

A Perugia regna il massimo scetticismo. «Un ricco vero non si comporta come lui»



Buio fitto, inutile insistere. Il ragazzo al quale aveva annunciato che sarebbe andato a votare domenica 24 febbraio chiede l’anonimato e ci tiene a sottolineare: «Io sinceramente ci credevo nella storia che mi avevano raccontato, di quella fortuna da gestire dopo molte tribolazioni. Adesso, però, da quando non l’ho visto più comparire, non so che cosa pensare. Un ricco vero e tranquillo ben difficilmente si comporta in questo modo. Non crede?».



Una sola voce, ma anche questa rigorosamente anonima, viene da un professionista perugino che lo ha frequentato per qualche settimana. «Una cosa posso dire: quando mi ha lasciato l’ultima volta che ci siamo sentiti, ed era appena iniziata la bufera sull’acquisto della quota della Roma, mi ha ripetuto più volte: il contratto prevede che io saldi la cifra per la quale mi sono impegnato entro il 15 marzo. Adesso mi ripeto queste parole e cerco di dargli un senso, ma a me, come a tutti, sembra strano che lui non sia qui a spiegare. Troppo mistero, non capisco più».



E la storia dei soldi in una banca americana? Il racconto dell’eredità ottenuto dopo un lungo, estenuante braccio di ferro? La determinazione a realizzare investimenti a Roma come anche in Umbria? Inutile insistere. Nessuno qui sa. E la data del 15 marzo resta l’ultimo appello per dire se la storia dello sceicco multimiliardario sia una invenzione oppure abbia un qualche fondamento. «Se vuol mostrare la serietà delle sue offerte, non ha più molto tempo. Questione di ore», conclude il professionista non prima di avere sottolineato come Perugia è à scettica quanto poche altre, per niente propensa alle favole.