La penna degli Altri 02/02/2013 10:36

Zeman sull’orlo del baratro. Roma travolta dal Cagliari



Dopo un primo tempo orrendo ma comunque ricucito nel finale dalla punizione di che pareggiava il gol di
a freddo (1-1), la fine del boemo alla Roma è ufficialmente iniziata, epilogo di triste e brevissimo romanzo, dopo pochi secondi della ripresa, con uno dei gesti più insulsi che il calcio moderno possa offrire: il che si fa gol da solo. La rovina di ogni bellezza, un senso di disperata impotenza. Ma la verità è che non c’era soltanto un pallone avvelenato fra le mani tremanti di Goicoechea. No, c’era anche il destino di un tecnico e il fallimento etico, dirigenziale di società che non è mai esistita come


tale, invisa alla curva che ieri sull’1-4 non intonava certo lodi a Baldini e , amici mai, una società incapace di mostrare anch’essa un gioco, esattamente come la squadra sul campo. Una società che vara il mercato creativo con l’affare Stekelenburg, venduto al Fulham e poi ripreso mentre era già in volo per Londra. Una società disastro, mille scommesse, tante facce sorridenti, un container di promesse, pure lo stadio nuovo, tanta America. E poi? Poi si arriva ad una partita decisiva come questa, a conclusione di una settimana orrenda, con i calciatori spenti, o motivati a far piazza pulita per conto loro. Nessun dirigente ha parlato con loro? È stato uno strazio.




S’è capito subito come sarebbe andata. Il Cagliari giocava la sua normalità, la Roma dava il suo peggio con la miglior nebbia possibile in testa. Passaggi spesso diretti nell’unico punto in cui non dovevano arrivare: nel vuoto. Lamela che calcia da dieci metri col piede giusto, il sinistro, che però ha la stessa forza di un piede anestetizzato. Dodò fa errori da bambino in punti del campo in cui non dovrebbe esserci e come un bambino tenta giocate da prato sotto casa per entrare in area avversaria. Zeman non farà a tempo ad insegnargli a fare il terzino. Osvaldo potrebbe avere anche le cuffiette dell’iPod nelle orecchie tanta è la sua partecipazione. Non è più una questione se la Roma è zemaniana o no. La questione è se questa Roma è una squadra o no. Quando al 35’ prova dare una mano a tutti, Zeman compreso, segnando l’1-1 su punizione (223 gol, a due lunghezze da Nordahl) qualcuno pensa: dai che la partita è girata! Non solo non è girata, ma il peggio deve ancora venire per la Roma, il Cagliari ancora non ha affondato la lama. Aiutato da Goicoechea, che porta i sardi sul 1-2, segnerà altre due reti (Sau e Pisano) prima del 2-4 di Marquinho. Il Cagliari ha eseguito un delitto agonistico su commissione. Già, ma chi sono i mandanti?