La penna degli Altri 28/02/2013 08:42
Totti mette la freccia
Dalla saetta terminata alle spalle di Buffon, la rinascita romanista parte ancora una volta sotto l'insegna del suo giocatore più rappresentativo. La cura Andreazzoli si avvale della medicina Totti per iniziare un percorso di continuità praticamente mai riuscito nell'ultimo anno e mezzo, da quando le bandiere americane hanno iniziato a sventolare al «Fulvio Bernardini». Saltata l'Atalanta per squalifica, ora il prossimo impegno con il Genoa assume un doppio significato per il capitano, che nella rimonta programmata della Roma per guadagnarsi un posto sicuro in Europa, potrebbe trovare seguito anche nell'abbattimento costante dei suoi record.
La rete segnata contro la Juventus infatti, lo ha portato ad una sola distanza da Nordahl (a quota 225 reti) fermo, ormai non più tanto saldamente, al secondo posto dei capocannonieri più prolifici di sempre in Serie A. Una rincorsa cominciata nel tempo e impreziosita ad inizio stagione dal raggiungimento del terzo gradino del podio occupato da Meazza e Altafini. In vista di superare la trentasettesima primavera, Totti punta la leggenda svedese con il sogno, timidamente nascosto in un cassetto, di mantenere quella condizione strabiliante che lo porterebbe soltanto ad immaginare di conquistare la vetta occupata da Piola a 274 reti. Ma nella storia del numero dieci romanista, i traguardi sono fatti per essere raggiunti. Le difficoltà generali incontrate sotto la gestione Luis Enrique, ne hanno frenato uno spirito realizzativo, che per il primo anno dopo undici consecutivi, non gli ha permesso di raggiungere la doppia cifra in campionato (8 reti). Le 9 messe già a segno in stagione, fanno pensare che la tendenza sarà ribaltata a breve, chissà magari già dalla prossima gara, perché per Totti «Non è finita qui».
Mentre la stampa mondiale ne esalta l'immortalità delle sue prestazioni, i bookmakers sono già pronti ad abbassare le quote per i prossimi bersagli agganciati nel mirino. «Smetterò a quarant'anni», la promessa e il preciso messaggio alla società, che nei prossimi mesi dovrà ridiscutere un contratto in scadenza a giugno 2014. L'accordo quinquennale per un posto in dirigenza (firmato durante la precedente gestione) dovrà aspettare ancora un po', per un personaggio che prima di diventare ambasciatore giallorosso nel mondo, continuerà ad essere simbolo e marchio imprescindibile (anche è pubblicitario) dentro e fuori dal campo. Un patrimonio della città, coccolato da tifosi, compagni e allenatori, che quando hanno avuto la fortuna di poterlo allenare, gli hanno sempre consegnato la prima maglia durante la lettura della formazione titolare. Un riconoscimento di manifesta superiorità, che da Luis Enrique ad Andreazzoli, passando per Zeman, non ha mai potuto tener conto di moduli e sistemi di gioco.
«Un esempio», la definizione dell'attuale tecnico, che nell'amicizia costruita negli ultimi 8 anni a Trigoria, ha riscontrato una professionalità invidiabile e una gestione impeccabile dei momenti difficili vissuti all'interno dello spogliatoio. Anche perché domenica sera, ventuno anni dopo il suo primo passo a Trigoria, toccherà di nuovo a lui.