La penna degli Altri 05/02/2013 10:24

L’unica certezza è Stekelenburg

. Si era scusato con Mauro, ma non con Zeman. Per il boemo c’è sempre stata antipatia, perché la parola odio è troppo forte e inappropriata. Stekelenburg ha vissuto malissimo questi mesi zemaniani. Malissimo. Da dicembre aveva preso ad allenarsi con più intensità del normale, aveva cercato di convincere Zeman a restituirgli quello che sentiva suo. Il posto da titolare. Parlando inglese (ma l’italiano lo capisce), si è fatto pochi amici. Uno è , a cui aveva tolto il posto all’Ajax. Non a caso, i due sono sempre in stanza insieme. Andreazzoli ripartirà dal numero uno. Da questo gigante che van Gaal non convoca per un’amichevole con l’Italia nemmeno ora che gli si infortuna Vorm, uno dei guardiani della porta olandese. E poi? La formazione titolare non dovrebbe essere stravolta. I titolari sono grosso modo quelli.

Tornerà nell’undici di partenza . La Roma ha bisogno di certezze, Andreazzoli è qui per fornirle. Al momento si può riflettere su tre moduli. Il 4- 2-3-1, il 3-4-1-2 e il 4-3-2-1. È il modulo in pole. Se non altro perché fu un’invenzione geniale, fu la migliore Roma di Spalletti, fu il centravanti e Scarpa d’oro. I quattro dietro dovrebbero essere Piris, Marquinhos, e . Dodò dovrebbe sedere in panchina, Balzaretti è infortunato. I due mediani potrebbero essere Bradley e . Lamela a destra, al centro e (oppure Osvaldo?) sarebbero i tre incursori dietro l’unica punta . 3-4-1-2 In questo scenario, che ricalcherebbe in parte quello di Firenze in Coppa Italia (dove però è stato 3-4- 3), i tre difensori sarebbero Burdisso, e Marquinhos. Gli esterni di centrocampo potrebbero essere e (o Piris), i centrali sarebbero Bradley e . Sulla trequarti sarebbe più di Lamela, la coppia d’attacco sarebbe invece più -Osvaldo di -, naturalmente quando Mattia avrà recuperato. 4-3-2-1È l’albero di Natale. Stessa difesa del , stesso centrocampo più , sulla trequarti e Lamela. Con questo modulo, però, resterebbero fuori sia Osvaldo, sia . Perché sì, il primo tassello della ricostruzione è il . Ma ce n’è uno fondamentale. Uno senza il quale crolla tutto. Lo era con Zeman, lo è adesso. Si chiama