La penna degli Altri 19/02/2013 10:09
Daniele risorge a vecchia vita
Andreazzoli ha spiegato di aver vissuto con ansia e trepidazione la settimana che precedeva la partita che ha rappresentato la svolta del campionato dei giallorossi: «Era una tappa importantissima, labbiamo vissuta con apprensione, anche il pre gara. Abbiamo avuto una settimana intensa, sotto ogni punto di vista. Il mestiere dellallenatore poi è arrivare lì e lasciare il palcoscenico ai ragazzi, che si sono espressi al meglio». Elogio e fiducia totale nei suoi giocatori, da Totti a De Rossi: «Daniele ha ancora ampi margini di miglioramento ma contro la Juve ha ristretto la forbice. Ha giocato bene, ha fatto il massimo di quello che può fare in questo momento».
Lallenatore ha spiegato come il limite del centrocampista della Nazionale in questo momento sia la condizione fisica, deficitaria visto il suo saltuario impiego sotto la guida di Zeman, quando era in costante dualismo con Tachtsidis: «Il dualismo per chi fa sport è normale altrimenti non puoi eccellere. Può essere che labbia disturbato ma questi sono dei momenti passati. Sono abituato a mettere dei paletti e dai paletti ripartire scegliendo la direzione dove andare. Ora mettiamo alle spalle quanto accaduto, Daniele deve mettersi alle spalle tutto quello che è stato, deve impegnarsi a far vedere al pubblico quello che era capace di fare quando stava bene fisicamente. Ora deve mettere ancora a posto qualcosina ma gli ho visto fare delle cose impressionanti. Lui è stato nel novero dei pochi centrocampisti al mondo che potevano ambire ad essere tra i migliori. Deve tornare in quella direzione, lo farà sicuramente perché le qualità sono quelle, deve mettere a posto alcune cose sotto laspetto fisico che lo hanno penalizzato. Lo aiuteremo in questo e poi non ci saranno difficoltà per lui».
La bella vittoria di sabato ha aiutato a ricompattare lambiente, un primo passo verso una ritrovata unione con il tifo giallorosso. Ununione che, a detta di Andreazzoli, allinterno del gruppo non è mai mancata: «Il mio è un gruppo di lavoro stupendo, predisposto al lavoro di gruppo. Non ho avuto alcuna necessità di fare puntualizzazioni sui comportamenti. Ho messo delle regole, poche ma rigide. Non ho avuto alcun tipo di problema nel farle rispettare. Il comportamento dei ragazzi è di assoluta amicizia. Il problema del rigore di Osvaldo e Totti la scorsa settimana labbiamo risolto prima davanti alla squadra e poi individualmente, in una chiacchierata a tre piacevolissima e a tratti commovente. Non è assolutamente vero niente di quello che emerge fuori». In queste prime due settimane da primo allenatore della Roma, Andreazzoli ha più volte definito questa oppotunità come un sogno che si avvera. E dellimportanza di sognare, di avere un obiettivo da raggiungere, ieri lallenatore ha detto: «Io credo nei sogni, senza sogni non si va da nessuna parte. Avere un obiettivo e mettere molta applicazione come abbiamo fatto noi dà soddisfazione. Sai di aver ottenuto quello per cui hai lavorato».