La penna degli Altri 16/02/2013 14:25

Da Turone a Zeman: essere juventini a Roma

E subito, fin da bambino, sei messo alle strette e devi trovare la risposta giusta. Gliene dici varie, e ti sembrano tutte convincenti: la famiglia tutta bianconera, una giocata di Platini che ti ha fatto innamorare, un 3-0 col Bordeaux che ti ha stregato, l’apprezzamento per quei due colori, il bianco e il nero, così eleganti uno accanto all’altro. Pensi di essertela cavata, ma non va bene lo stesso, perché “guarda posso capi’ tutto, pure tifa’ pe’ la Lazio, ma la no, so’ quelli d’er go’ de Turone, der guanto d’Aldair…”

Tu ormai sei allenato, ribatti sui passaporti e ricordi i Rolex regalati agli arbitri, ma non lo scalfisci, perché “erano fatturati e quindi niente di losco”. Ok, basta fatturare ed è tutto a posto. E le regole cambiate in corsa proprio alla vigilia del match scudetto? Quelle mica erano per favorire la Roma, e in fondo “non è mica colpa nostra se noi come extracomunitario avevamo Nakata e voi Athirson”.

La ragione è dalla loro parte, anche quando tutto farebbe pensare il contrario: così tu prendi Ibrahimovic e loro ti sbeffeggiano perché hanno Mido, che “all’Ajax era er titolare e Ibra je faceva la riserva”. Beati voi. Lo spartito è sempre quello: da una parte c’è il bene, loro, e dall’altra il male, noi.

Andrà così anche stasera: se vincono loro, sarà il trionfo del calcio pulito; se perdono, sicuramente un complotto. Due mondi diversi, opposti, decisamente inconciliabili. Separati su tutto, ma uniti da un rimpianto: tanti romanisti avrebbero voluto che stasera ci fosse ancora Zeman sulla panchina della Roma. Sapeste noi…