La penna degli Altri 28/02/2013 08:51

Baldini e la Roma «Garantiti anche senza lo sceicco»

Smentite & Anticipi Due giorni fa, dopo le bordate che Gigi Moncalvo, suo presunto portavoce, aveva riservato a Pallotta e UniCredit, a nostra domanda sul ruolo dell'esternatore, aveva detto: «È un mio amico, fate riferimento a lui». Meno di venti ore più tardi, Adnan ha cambiato idea. «Smentisco qualsiasi comunicazione fatta a mio nome su Pallotta, UniCredit, la società e la squadra. Chi ha parlato non è il mio portavoce e non condivido nulla di quanto è stato detto. Ora voglio lavorare in tranquillità e al momento opportuno sarà fatto il necessario. Spero che si fermino tutte queste chiacchiere che stanno facendo male a me, alla mia famiglia e alla Roma» ha concluso lo sceicco, che assicura il bonifico di 50 milioni anche prima del 14 marzo chiesto dal club, ma addirittura per il fine settimana».

Fiorentino & Pallotta Detto che la scorsa settimana Adnan, Moncalvo e Padovano (che a Roma tutti associano a Moggi) erano insieme a cena in un locale vicino Narni discutendo dell'ingresso nella Roma, la definizione più ficcante sul momento la danno le fonti UniCredit vicine al vice a.d. Paolo Fiorentino: una farsa. Per la verità, ci spiegano anche i punti deboli dei comunicato della Roma, ma vi risparmiamo le tecnicalità. Tra l'altro, raccontano di contatti diretti anche tra Pallotta e lo stesso Fiorentino, che oggi parteciperà al Cda del club, preannunciato caldo e senza l'uscita dell'ex a.d. Pannes (uomo della trattativa con lo sceicco). In questo frangente così delicato, ieri è intervenuto per iscritto a Rete Sport anche il d.g. Baldini. «La continuità aziendale è garantita anche senza l'ingresso di altri investitori». Come dire, si può vivere anche senza lo sceicco, nonostante si addensino nubi sullo stadio. La Dire, infatti, ha battuto la notizia che l'ippodromo di da aprile potrebbe riaprire, mentre i problemi idrogeologici dell'area continuano a destare perplessità. In attesa di sapere cosa ne pensi lo sceicco, i titoli di coda li lasciamo alla storia pubblicata dall'Eco di Bergamo, che parla di quando Adnan voleva acquistare il Don Orione. «Purtroppo lo conosciamo bene — ha spiegato Perico, direttore amministrativo —. Si presentava con un faccendiere di Como che ha avuto problemi con la giustizia e ci aveva promesso di essere pronto a sborsare per noi 5-10 milioni. Una volta ci fece vedere anche la fotocopia di un estratto conto del Credit Suisse per 23 miliardi di dollari, ma non ci ha offerto neppure un caffè. E così gli abbiamo fatto capire che non volevamo avere più niente a che fare con lui». Chissà se la Roma la penserà diversamente.