La penna degli Altri 06/02/2013 08:55

Andreazzoli: ««La mia Roma saprà ripartire»»

«Mi rendo conto benissimo di dove sono e so cosa devo fare - ha spiegato - quindi conosco le responsabilità. Ma non sono preoccupato. Magari sono incosciente però mi sto veramente godendo questo momento. L’altra sera ho fatto una doccia a mezzanotte negli spogliatoi di Trigoria (abita lì, ndr) e poi mi sono soffermato a pensare al lavoro che mi sarebbe toccato. Più che preoccupazione, sento il piacere di provare questa avventura».

FEDELTA’ - Andreazzoli, che ieri ha incassato anche l’incoraggiamento di Luis Enrique, si sente un uomo della società: «Loro mi hanno dimostrato entusiasmo e fiducia. Era già successo nel 2011, quando mi rinnovarono il contratto spingendomi a non accettare un’altra offerta».

(...) « mi ha fatto desistere - ricorda Andreazzoli - e fin dall’inizio con lui c’è stata sintonia: ci siamo piaciuti subito. Mi ha coinvolto. E sono stato bravo anche io a superare certi momenti in cui non venivo utilizzato, ritirandomi nel mio ruolo. Ora so che la società mi sosterrà e questo mi rassicura». (...)

DISCIPLINA -Sul problema del regolamento, che è stato la causa principale dell’esonero di Zeman, Andreazzoli spiega: «Stare un passo indietro e non in prima linea ti fa osservare le cose da un punto di vista più critico. Quindi dico che le soluzioni positive si trovano. Abbiamo un gruppo di ragazzi eccezionale. Ci saranno poche regole ma ferree. E le dovranno rispettare tutti, senza che io controlli. Ad esempio l’orario d’ingresso. Chi non si metterà a disposizione rimarrà fuori. L’aspetto decisivo per noi sarà l’entusiasmo, che dovrà nascere dentro Trigoria. A volte non c’è stato.(...)».



ROTTURA - Il suo metodo di lavoro segnerà una svolta rispetto a Zeman: «Non farò doppie sedute perché non credo agli allenamenti doppi. Spesso ci alleneremo alle undici del mattino. Ho piacere che i miei calciatori abbiano tempo libero. Ci sono le famiglie e i figli e non voglio sottrarli ai loro affetti».(...)



TRAGHETTATORE - Non teme il concetto di provvisorietà: «Ragiono come se fra tre anni sarò ancora l’allenatore della Roma. Non voglio fare il fenomeno e strabiliare. Devo lavorare in prospettiva, non solo per la partita di domenica a Genova. In questo modo non mi faccio distrarre dall’immediato. Poi è chiaro che ci serve la benzina dei risultati subito. Voglio spianare la strada alla società per permetterle di lavorare, con me o con qualcun altro» . (...) «Non ho bisogno di aiuti da nessuno... Deciderò solo io. Ho scelto Muzzi come vice anche se non è mio amico e mi stava un po’ antipatico ai tempi di Udine, ma perché è bravo e discreto. Per quello che ho in testa, Roberto è l’ideale».



L’AMICIZIA - Gli possono creare dei problemi i grandi rapporti con i calciatori: «L’amicizia e il rispetto sono alla base della mia vita. E credo che questi sentimenti mi rafforzeranno(...). Ne ho già parlato a : “Sei il Colosseo ma io ho bisogno che ti comporti da Colosseo. Devi essere il primo a darmi una mano”. Non voglio imporre niente ma spiegare. Poi vado avanti»