La penna degli Altri 28/01/2013 08:34

Tachtsidis fa i conti: «Il gol è tutto mio»

ESULTANZA - (...) Ieri il colpo di testa del 3-3 è andato dritto sotto l'incrocio, l'esultanza, rabbiosa, è stata rapida con un gesto di gioia indirizzato al settore ospiti del Dall'Ara: Tachtsidis aveva voglia di riprendere subito il gioco per provare a vincere. «Sicuramente è stata una rete pesante perché eravamo in difficoltà - ha detto a fine partita il giocatore che Zeman ha voluto - dopo il pareggio abbiamo provato a ribaltare il risultato ma non ci siamo riusciti. La Roma gioca bene, crea occasioni ma ne spreca anche. E in più a volte prendiamo gol stupidi». Già, i gol subiti. La Roma ha la penultima difesa di serie A, con 38 gol subiti di cui 6 dal Bolgna tra andata e ritorno: «Sicuramente non è una cosa buona. Difficile capire come sia possibile avere l'attacco più forte e faticare così in difesa. Dobbiamo continuare a lavorare sperando di andare avanti facendo un po' meglio».

 
POSIZIONE - La prima stagione nel massimo campionato per il centrocampista greco è coincisa con una delle peggiori di . Nulla di particolare tra le due cose, se non fosse che uno dei pesi che Tachtsidis ha sulle spalle è proprio quello di essere impiegato nel ruolo che solitamente era del vicecapitano: «Io sto bene, così come Daniele. Al resto non penso, la mia testa è alla squadra, ai miei compagni e li ringrazio tutti perché mi sono sempre vicini. Anche Daniele mi sta vicino così come la società. Il gruppo è fantastico». La migliore partita di Tachtsidis è coincisa con l'esordio dell'altro greco, appena arrivato a Trigoria: «Sono contento di avere un connazionale come in squadra. E' forte e speriamo che possa dare una mano». Nessun problema neanche per le parole di Zeman che ha parlato di «mancanza di regole e disciplina». Tachtsidis guarda avanti: «Noi nello spogliatoio stiamo bene, siamo tutti uniti e non c'è nessun problema da parte di nessuno». Alle contestazioni che lo hanno ferito, Tachtsidis cerca di non pensare: «I fischi che ho ricevuto all'Olimpico non sono una cosa semplice da sentire, io cerco di chiudere gli occhi e le orecchie e andare avanti». (...)