La penna degli Altri 19/01/2013 11:19
La serie A si spacca
Fuori le grandi famiglie Agnelli, Della Valle e Moratti. E anche gli americani della Roma (...) Tra stupore, sconcerto e rabbia (come si può leggere a parte), ora tutti assieme minacciano una strenua opposizione.
QUADRIENNIO - Il secondo mandato di Beretta, peraltro, non sarà a tempo. Lidea emersa la scorsa settimana, vale a dire quella di un governo con scadenza a fine giugno, con lo scopo di riscrivere lo statuto, è stata corretta in corsa. Beretta rimarrà in sella regolarmente per 4 anni e riformulerà lo statuto, con ogni probabilità ripristinando la facoltà per un dirigente di club di occupare la poltrona di presidente. Ieri ci sono volute 2 votazioni per arrivare allelezione, ma solo perché la prima è stata invalidata per evitare possibili impugnazioni. Su una scheda, infatti, un presidente aveva scritto Agnelli al posto di Cairo nellelenco dei consiglieri di Lega, generando confusione anche per la presidenza. Così, al secondo scrutinio, Beretta ha ottenuto i 14 voti previsti e necessari senza contestazioni. (...)
VINCENTI - Gli stessi Galliani e Lotito, comunque, assieme a De Laurentiis, hanno affiancato Beretta nella conferenza stampa post-insediamento, prestando molta attenzione a ogni parola pronunciata dal presidente rieletto. «Il ritorno di Galliani ai vertici della Lega è un segnale formidabile - non ha potuto far altro che sottolineare Beretta -. Il motivo della mia ricandidatura? Era lunico modo per arrivare con un assetto perfezionato allappuntamento con il Consiglio federale» . A parole, Galliani ha provato a gettare acqua sul fuoco dopo lesclusione delle altre grandi: «Siamo una Lega che tutela le minoranze, quindi mi sembra inutile ogni polemica». Tuttavia, lad rossonero sarebbe rimasto infastidito per il modo in cui, a suo dire, non era stato inizialmente coinvolto da chi spingeva per Abodi. Su questultimo, ha voluto ironizzare Lotito: «Non aveva lo standing adatto per continuare il percorso che in questi mesi avevamo iniziato». Infine De Laurentiis: «Non abbiamo messo nellangolo nessuno, non esistono buoni e cattivi. Tre società importanti avevano riposto la loro fiducia in un altro candidato e per coerenza hanno ritenuto opportuno non votare Beretta» .