La penna degli Altri 22/01/2013 09:18

Il rischio è concreto: mollare con un girone d'anticipo

La finale vale ancor più del trofeo perché porterebbe con ogni probabilità in Europa League, il traguardo minimo fissato dalla società. L'incomodo è di nuovo l'Inter in una doppia sfida che inizia domani sera all'Olimpico (arbitra De Marco, venduti 17mila biglietti, la speranza è arrivare a 30mila spettatori) e si chiude fra tre mesi a San Siro. La Roma dovrà trovare dentro di sé le forze dopo il pareggio deprimente di domenica sera e le fatiche accumulate dall'inizio del 2013, che finora ha portato la miseria di un punto in tre partite e una vittoria al supplementare nei quarti di coppa con la . Ieri a Trigoria tanti musi lunghi tra i giocatori e un tecnico molto deluso. Nell'analisi tattica sulla gara con l'Inter se l'è presa soprattutto con gli attaccanti: i loro errori, a suo dire, hanno condannato la Roma più di ogni altra cosa. «Non posso fare il 3-4-3 con , Osvaldo e Lamela perché non pressano» è l'ennesima accusa rivolta dal boemo in pubblico ai suoi giocatori.

E nel codice degli spogliatoi è un comportamento che non porta mai benefici. Poi ci sono quelli che stanno accusando la pressione dell'ambiente, un esempio su tutti Tachtsidis. Il greco, accolto dai fischi al suo ingresso in campo domenica al posto di , ha giocato con le gambe che gli tremavano e si è sfogato dopo la partita. Non è escluso che oggi Zeman o qualcuno dei dirigenti possa intervenire sulla questione. Perché la Roma, al di là dei risultati, vuole e deve proteggere il suo patrimonio tecnico fatto di tanti giovani. I conti, come sa bene Zeman, si faranno alla fine. E non riguarderanno solo lui:Baldini ha già anticipato più volte che rimetterà il suo mandato alla proprietà, ha il contratto in scadenza e si sente il primo responsabile della nuova annata deludente. La CoppaItalia può spostare tanto nei bilanci. Ma i soldi che dovevano arrivare dalla usciranno comunque dalle tasche della proprietà. Almeno quelli non mancano.