La penna degli Altri 04/12/2012 20:21
Roma, De Rossi pronto al rientro. I numeri però gli sono contro
CON DE ROSSI IN CAMPO ZEMAN NON VINCE - "L'espulsione di De Rossi ci ha fatto perdere il derby". Lo ha quasi sussurrato Zeman, sfruttando la conferenza stampa prima di Roma-Torino. Un gesto, quella manata nel derby, che all'allenatore della Roma non è andato particolarmente giù, "Perché avevamo parlato in settimana dicendoci di evitare reazioni". Adesso il tecnico dovrà decidere se mettersi alle spalle l'accaduto. Rispondendo alla domanda che già rimbalza in ogni bar o angolo della capitale: schierare o meno De Rossi sabato sera contro la Fiorentina dei suoi amici Pizarro, Montella, Toni, Pradè? La valutazione squisitamente tecnica del giocatore non lascerebbe dubbi. Le cifre della stagione, invece, suscitano almeno qualche riflessione evidenziando dati impietosi. Perché con De Rossi in campo la Roma ha vinto appena 2 partite in 8 match disputati: quelle con l'Inter, in cui il regista ha giocato mezz'ora appena, e il Genoa. Daniele era invece rimasto a guardare in panchina nelle gare contro Atalanta (per scelta tecnica) e Palermo (per infortunio). Soltanto il 25 per cento di vittorie per lui, la media più bassa dell'intera rosa romanista. Che ha raccolto, nelle altre sei gare giocate da De Rossi, solo due pari e quattro sconfitte.
RAPPORTI LOGORI, COINVOLGIMENTO MANCANTE: PSG VIA DI FUGA? - Una tendenza confermata anche dalle ultime tre gare, quelle giocate senza di lui a causa della squalifica, e in cui la Roma ha ritrovato continuità di risultati - 3 vittorie di fila, prima volta stagionale - un'inaspettata solidità difensiva con una sola rete incassa, per giunta su palla inattiva, e soprattutto slancio in classifica: il terzo posto dista oggi 5 lunghezze, dopo il derby era invece lontano 9 lunghezze, le stesse che dividono, oggi, la Roma dal primo posto della Juventus. In queste settimane De Rossi ha continuato ad allenarsi: l'impegno settimanale non è mai mancato, al contrario del coinvolgimento emotivo. I più maligni hanno notato, a differenza del passato, la sua assenza sugli spalti nelle gare della squadra. Mentre Totti e compagni vincevano a Pescara, ad esempio, lui era a Londra, dividendosi tra un caffè con Roberto Mancini e il concerto dei Rolling Stones. Il motivo? Un rapporto ormai deteriorato con Zeman fin dai tempi di Roma-Atalanta ("Pensa a sé stesso", aveva detto il tecnico) e che ha minato anche la sua identificazione all'interno di una squadra in cui sente di non avere un ruolo preciso. Né regista, l'allenatore gli preferisce Tachtsidis, né intermedio, posizione in cui De Rossi si piace poco. A un anno dal rinnovo da 6 milioni di euro annui trovare vie di fuga è tutt'altro che semplice. Una sarebbe disposto a offrirgliela il Psg di Ancelotti. Magari già a gennaio.