La penna degli Altri 21/12/2012 08:46
Di Biagio: «Totti-Pjanic e un centravanti. È un altro Zeman»
Giocando sempre in quel modo, avreste vinto lo scudetto.
«Non lo avremmo vinto, lo avremmo stravinto. Ma non era possibile giocarle tutte così: era un calcio molto dispendioso, non era facile tenere sempre quei ritmi. Anche se quell'anno ci riuscì abbastanza spesso, ne facemmo di belle partite, ricordo uno spettacolare 6-2 al Napoli, e un assurdo 0-0 con la Juventus in cui creammo tantissimo. Col Milan mi divertii: due gol, il primo su rigore, l'altro uno dei miei più belli, un diagonale con il sinistro, non certo il mio piede. Grande stagione quella: Capello era tornato al Milan per rimetterlo in piedi dopo una stagione fallimentare, gli creammo un bel po' di problemi».
Era la terzultima quel 5-0, la Roma di Zeman chiuse con un bel quarto posto: sembrava l'inizio di un ciclo. E invece...
«E invece quella dopo fu la stagione post mondiale: per me, Aldair, Cafu e Candela non fu facile. Poi quella del '98 fu l'estate delle famose dichiarazioni di Zeman, e qualcosa successe dopo. Facemmo ugualmente una bella stagione, ma Zeman non venne confermato».
E ora è tornato. Ma è lo stesso Zeman di prima?
«Sento parlare di uno Zeman diverso, che gioca col trequartista perché Totti gioca a tutto campo. Ma si ricordano male: Totti l'esterno sinistro non lo ha mai fatto, io non l'ho mai visto andare in profondità, neanche 13 anni fa. Si accentrava appena poteva: ci giocavano Di Francesco e Candela, da quella parte. Mi ha sorpreso solo l'utilizzo di Pjanic all'ala: di certo non può fare il centrocampista centrale con Zeman, pensavo lo utilizzasse da interno. Oppure in alternativa a Totti: Pjanic e Totti insieme a un centravanti è qualcosa di diverso dal suo solito calcio. Come l'attacco senza ali, con Totti che giostra dietro a Destro e Osvaldo».
La resa in termini di gol è rimasta la stessa.
«Già. Però a me la Roma che è piaciuta di più è quella che alla fine non ha vinto: i primi tempi con il Bologna, con la Sampdoria, con l'Udinese. Molto bella la partita con la Fiorentina, ma la Roma ha rischiato seriamente di pareggiarla, e si sarebbero dette cose ben diverse».
Da tecnico federale, Romagnoli a 17 anni sarebbe pronto per una partita come Roma-Milan?
«Romagnoli è un talento. E un ragazzo tranquillo: ci ho parlato spesso, ha la testa per giocare queste partite. E un tecnico come Zeman, che non si lascia condizionare dall'età, ti fa giocare sereno. Io credo che Burdisso alla fine sarà in campo. Ma se mettesse i due ragazzini, Marquinhos-Romagnoli, non sarei poi così stupito».