La penna degli Altri 02/12/2012 11:00
Decide Musto, la Roma fa festa
IL DERBY E UNO - Bisogna venire da unaltra città per non sapere che anche a sedici anni il derby è un turbinio di emozioni: ti trascina dentro, ti restituisce un miscuglio. «Manco fosse quello vero», esclama una signora mentre sul cancello di Trigoria, a pochi minuti dal fischio di inizio, sono accalcate circa ottocento persone: mamme e papà, fratelli e sorelle, amici, romanisti e laziali. (...)
RAFFINATE - Se il contorno è singolare, perché solo a Roma si può assistere ad uno spettacolo del genere, per fortuna anche quello che avviene sul rettangolo di gioco non è un argomento piatto: due squadre votate allattacco, la capolista contro linseguitrice, sessanta punti insieme, una voragine dietro; moduli sofisticati, tagli e sovrapposizioni, teste alte, petti infuori, letture da veterani. Il derby è andato ad ondate, si è giocato nello stomaco, oltre che nei lampi di classe: più Lazio in avvio, tanta Roma in mezzo, nella ripresa quasi un monologo biancoceleste. Il derby è stato autentico anche perché i giallorossi ad un certo punto hanno avuto paura di vincerlo. (...)
FINO ALLA FINE - In panchina Tovalieri e Inzaghi non hanno fatto nulla per nascondere che la posta in palio era alta: non cè un fermo-immagine che può testimoniarli seduti. Mai un gesto fuori dalle righe, va detto: eppure fremevano, urlavano, provavano a pilotare ogni azione. La fantasia sul campo non rimaneva imbrigliata negli schemi: 4-2-3-1 i padroni di casa, 4-3-3 i biancocelesti. Contare i fuorigioco in cui è caduta la Roma è diventato un esercizio complicato, vale lo stesso per i palloni intercettati dai giallorossi: la Lazio produrrà undici palle gol, una traversa, un palo, una rete annullata in posizione sospetta. I lupacchiotti hanno bussato almeno sette volte, hanno trovato la porta spalancata al 22: nel panico seminato da Adamo è arrivata la zampata di Musto. (...)