La penna degli Altri 04/12/2012 08:32

Come Hidegkuti, più di Hidegkuti: segnando un'epoca

Ma il pallone è un fiume carsico: scorre silenziosamente e al riparo da occhi indiscreti; quel che si è visto tanto tempo fa, lo si può rivedere oggi, sotto altra forma, soprattutto sotto altra identità. Resiste l’essenza e si rinnova l’efficacia di una soluzione. ha reinventato il ruolo che inventò Nàndor, in un calcio che si muove a ritmi più elevati, che ha bisogno di tecnica e di fisico. Il senso, però, è sempre lo stesso: la capacità di ispirare e di autoispirarsi. Come Hidegkuti, anche prende per mano la sua squadra e la trascina alla vittoria.

A volte è il caso a creare i ruoli. Hidekguti per buona parte della sua carriera aveva fatto l’interno poi, dopo una finale olimpica, si trasformò e trasformò il calcio ungherese. Anche si è nel tempo trasformato, approdando negli ultimi anni, forse anche per necessità, al ruolo. Se lo è cucito addosso come un abito su misura. Zeman lo avrebbe voluto, come nella sua precedente e lontana esperienza alla guida della Roma, attaccante esterno, a sinistra. Ma le lancette dell’orologio non girano mai a ritroso, nemmeno nel calcio, soprattutto nel calcio dove gli anni non passano invano, gli infortuni spesso modificano le caratteristiche dei giocatori.

Lo aveva capito perfettamente Luciano Spalletti che ha in qualche maniera avviato la “trasformazione” di . Il resto, nel tempo, lo ha fatto il diretto interessato, occupando pezzi di terreno di gioco sempre più ampi, semmai realizzando qualche gol in meno ma mettendo gli altri nelle condizioni di segnarne qualcuno in più. Le immagini di Hidegkuti sono antiche e sbiadite, in quel bianco e nero che per molti aspetti è il colore della memoria. Non si possono mettere a confronto giocatori così lontani. Zeman ha detto una volta che il suo calcio unisce quello totale olandese e quello danubiano.(...)