La penna degli Altri 19/12/2012 09:41

Antonio Carlos, il guerriero

Il Barone aveva conosciuto professionalmente Tessari negli Anni 70, nel settore giovanile del Milan, scegliendolo come suo secondo nella stagione che vide la conquista della “stella” da parte dei rossoneri. Una volta tornato nella capitale il Barone aveva espressamente richiesto la sua presenza. Fu invece la società, nell’estate del 1996, a decidere di affiancare a Carlos Bianchi l’ex capitano romanista Sergio Santarini. Una convivenza abbastanza problematica e non certo per demeriti del grande Sergio. Nell’anno di grazia 2012 ecco dunque il turno di Antonio Carlos Zago. Approdò alla Roma nel gennaio del 1998 voluto, allora come oggi, da Zeman. Nonno italianissimo, di Vittorio Veneto, Zago si è sempre dimostrato un uomo predisposto a raccogliere nuove sfide e a confrontarsi con nuove culture. Ancora prima di sbarcare in Italia, aveva collezionato esperienze professionali in Spagna (Albacete) e in Giappone (nel periodo trascorso al Kashiwa Reysol viveva a un tiro di schioppo da Tokyo), all’indomani della conclusione della sua esperienza nella Roma, nel 2002, troverà gli stimoli per una nuova avventura in Turchia (dove con il Besiktas vincerà il campionato 2002-03).

Oltre al boemo, Zago ritrova alcuni volti noti, a partire dal compagno di scudetto , per proseguire con Vito Scala. I primissimi giorni di Zago a Trigoria furono, infatti, vissuti con un lavoro individualizzato, proprio sotto la supervisione di Vito Scala. Il debutto in A arrivò nella ventesima giornata di campionato, l’11 febbraio 1998, nel corso di Lecce–Roma. Da una parte i pugliesi capitanati nientemeno che da Giuseppe Giannini, dall’altra la Lupa del giovane . Nel mezzo, per l’appunto, Antonio Carlos (che entrò in campo sfoggiando la maglia numero 30) subito pronto a far sentire agli avversari la propria “presenza” e immediatamente gratificato dall’arbitro Racalbuto di Gallarate di un . La Roma vinse quella partita per 3-1 e la “prima” di Zago fu indubbiamente positiva. Franco Sensi nelle dichiarazioni dedicò alcune battute al suo neoacquisto: «C’è stato un discreto esordio di Zago, ero curioso di vederlo all’opera. Si è visto che fisicamente ancora non è pronto, ma era importante l’impatto con la serie A».

La stagione capitolina di Zago è segnata da un’ascesa continua che lo porta a conquistare la maglia di titolare del Brasile (nazionale con la quale centrerà il successo nella Coppa America 1999) e naturalmente lo scudetto e la Supercoppa Italiana con la Roma. La stagione successiva a quella della conquista del tricolore sarà particolarmente amara sia per vicende familiari (la scomparsa del papà), che sportive (piccoli infortuni, polemiche per il rinnovo del contratto), ponendolo ai margini della rosa guidata da Fabio Capello. L’ultima apparizione in A, nel corso di un Milan–Roma (21 aprile 2002), per un bottino stagionale di 12 presenze e un’esperienza complessiva ricca di 107 apparizioni. Alla fine di maggio, dopo aver anche valutato la possibilità di chiudere la carriera, Zago trovò, come ricordato, un accordo col Besiktas, per poi chiudere la carriera professionistica in Brasile nel 2007. Dopo l’esperienza da allenatore (che lo ha visto sedere anche sulla panchina del Palmeiras), eccoci dunque al ritorno a Trigoria agli ordini di Zeman: i tifosi lo accoglieranno senza dubbio a braccia aperte.