La penna degli Altri 04/11/2012 11:02

Zeman: «Se la società non è contenta possono anche cambiare»

Secondo un pensiero comune dentro Trigoria—basta rileggere le dichiarazioni del d.g. Baldini dopo la sconfitta con la e quelle del d.s. dell’altro ieri — la responsabilità è da ricercare altrove. «Credo che siete in tanti—dice rivolto ai giornalisti — a volere il male della Roma. Ogni giorno escono attacchi alla società, ai calciatori e al tecnico e non vengono mai sottolineate le cose positive. Succede solo a Roma». Particolare l’interpretazione della classifica, ancora di più quella su alcuni episodi che secondo Zeman l’hanno determinata: «Abbiamo buttato due partite, se avessimo 20 punti non staremmo a parlare di esclusioni o giocatori fuori ruolo. Abbiamo perso male solo contro la , le altre sconfitte sono arrivate per errori nostri ma dal punto di vista del gioco siamo stati sempre superiori. Degli arbitri non mi lamento, faccio delle constatazioni. A Parma non si doveva giocare, se la palla non rimbalza non si gioca. Poi bisogna andare avanti perché ti dicono che non ci sono le date per recuperare. Col Catania ci hanno segnato due gol in fuorigioco...».

A chi gli fa notare che anche all’Atalanta hanno annullato un gol regolare, risponde: «Avremmo vinto 2-1». L’allenatore sgombra il campo dagli equivoci sull’adattabilità dei giocatori al suo calcio: «Mi viene da ridere quando sento queste cose. Sono tutti adatti e non intendo cambiare, perché una grande squadra ha un suo gioco. Il non cambia se perde una partita. Per imparare certi movimenti ci vogliono tempo e convinzione. Non so se c’è qualcuno che non si fida ciecamente di me, so che tutti cercano di fare quello che gli chiedo: alcuni ci riescono, altri meno». Due che finora non sembrano riuscirci sono e : «Vuol dire che ho la panchina forte e posso scegliere. l’ho voluto fortemente ». Un pensiero anche sul derby: «Per voi è una guerra, per me è sport ed ha altri valori. Ci si gioca la supremazia cittadina ma è pur sempre una partita di calcio». Che però tutti preferiscono vincere, non solo a Roma.