La penna degli Altri 20/11/2012 10:02
Settanta minuti di possesso palla per segnare su rigore
Sterile per gli errori sottoporta di Osvaldo (almeno tre clamorose palle gol sbagliate), ma un po' anche perché cerca di scoprirsi meno del solito. Non è un caso se il primo tiro in porta del Torino arriva dopo trentasei minuti di gioco e, ovviamente, su un contropiede innescato da Cerci: bene Goicoechea in tuffo su Bianchi. Per il resto la Roma rischia poco o nulla, produce una buona mole di gioco e sembra arrivare da tutte le parte sbattendo però, regolarmente, sul muro di uomini alzato lì dietro da Ventura. La squadra di Zeman, oltre alle tre occasioni sbagliate da Osvaldo, ci va vicino anche con Totti (botta da fuori), con Pjanic (bene Gillet) e con Balzaretti che non riesce a controllare il gran pallone inventato da Totti a scavalcare la difesa. Ultimo brivido prima dei due fischi di Guida (mai la Roma aveva chiuso 0-0 un primo tempo), con Gillet che sbaglia il rinvio e mette sui piedi di Osvaldo l'ennesima occasione: persa. Nella ripresa la dinamica della gara non cambia.
La Roma sempre palla al piede che prova a sfondare, il Torino pronto a colpire in contropiede. Lo schema è sempre lo stesso: lancio lungo su Bianchi (di testa sono tutte le sue con Castan che non ne struscia una), sponda e tentativo di andare dentro che non riesce più volte per i recuperi del giovane Marquinhos: talento giallorosso uno dei migliori dei suoi. Ci provano tutti: Totti da fuori, Pjanic (cresciuto molto nella ripresa) ma vuole entrare in porta col pallone. Poi il doppio cambio di Zeman. Esce Totti tra gli sguardi increduli dei trentaquattromila dell'Olimpico (mica pochi per essere lunedì sera), entra Destro e un minuto dopo Marquinho va dentro per Florenzi. È il cambio che sblocca la Roma, perché cinque minuti dopo, proprio su un affondo in area di Marquinho, Guida concede un rigore generoso alla Roma: complice l'arbitro di porta Calvarese che non ha dubbi nell'indicare il dischetto.
Senza Totti è «capitan» Osvaldo a mettere la palla sugli undici metri e spiazzare Gillet per il vantaggio romanista che manda in estasi lo stadio e fa imbufalire Ventura che urla «È una vergogna!». Guida lo espelle. La Roma si sblocca e Pjanic (sotto gli occhi del padre in tribuna) chiude la gara realizzando il secondo gol in due gare: un segnale chiaro per Zeman che adesso probabilmente dovrà rivedere alcune delle sue priorità. E già domenica a Pescara le scelte potrebbero essere diverse.