La penna degli Altri 13/11/2012 09:53
Roma, tutti alla sbarra
I proprietari americani sono delusi dai risultato sul campo, che si scontrano con una gestione dinamica e spesso vincente in altri settori, si sono infuriati per il gesto di De Rossi nel derby, ma nessuno intende ficcare il naso in questioni tecniche. L'ad Pannes tornerà a Roma venerdì sera per occuparsi però di business e presenziare al cda, lui che da organigramma guida la Roma dall'alto ma presto cederà lo scettro al «supermanager». Ci siamo: la società avrà un nuovo grande capo a breve, sicuramente entro Natale. Al momento sono però Baldini e Sabatini (ieri si sono confrontati a Trigoria mentre Fenucci era a Milano in Lega), a dover cercare i rimedi per uscire da una crisi senza fine, amplificata dal malcontento sempre più forte dell'ambiente.
I manager scelti dalla proprietà hanno libertà di manovra almeno fino al termine della stagione, quando il «redde rationem» arriverà per tutti. Nessuno dei due dirigenti sta realmente pensando a un cambio in panchina, prima soluzione possibile: Zeman ha deluso sotto molti aspetti, ma resta al suo posto. Un po' perché la nuova Roma non vuole mandare via gli allenatori, un po' (forse di più) perché non c'è un'alternativa credibile sul mercato. Salvo crolli irreversibili, i conti con il boemo si faranno alla fine: una Roma fuori dall'Europa difficilmente sarebbe allenata ancora da lui nella prossima stagione. Rischia di essere rinviata all'estate anche l'altro grande nodo: De Rossi. Cederlo a gennaio, a patto che si voglia farlo e lui accetti, è molto difficile. Ci vorrebbe un'offerta choc che al momento solo il Psg degli sceicchi è in grado di presentare: Ancelotti continua a seguire con interesse la situazione da Parigi. Intanto ieri sono arrivati puntuali i tre turni di squalifica dal Giudice Sportivo (fermati per una giornata anche Burdisso e Tachtsidis), domani il giocatore dovrà ripresentarsi a Trigoria e parlare con i dirigenti e Zeman. La società non intende presentare ricorso per la squalifica, la multa salata scatterà in automatico.
C'è da capire più che altro l'umore del ragazzo e cercare una soluzione per affrontare i prossimi mesi in modo indolore. Se si deciderà per l'addio, nessuna delle due parti vorrà assumersi in toto le responsabilità: è questo uno dei motivi per cui la scorsa estate si è deciso di scartare la proposta del Manchester City. A gennaio, semmai, si penserà a come aggiustare una rosa ancora incompleta. In difesa mancano almeno due «pezzi», uno potrebbe arrivare subito e l'altro a giugno. Il resto va fatto nel lavoro quotidiano di Trigoria per cercare di salvare il salvabile. La frattura tra Zeman e parte del gruppo è evidente e certificata dagli episodi del derby. Lunga la lista dei giocatori che hanno o hanno avuto qualcosa da ridire al tecnico: De Rossi, Pjanic, Osvaldo, Destro, Burdisso, Castan e Stekelenburg. Gente «pesante», alcuni accantonati contro il volere della società, altri in rotta col boemo sull'atteggiamento tattico della squadra, altri ancora che preferiscono guarire con calma piuttosto che esporsi a figuracce sul campo. L'ultimo caso è quello del portiere olandese: Zeman si aspettava il suo recupero per il derby e non ha nascosto il suo malumore. La «papera» di Goicoechea non gli ha di certo risolto il problema, mentre lo stop di De Rossi potrebbe tutto sommato aiutarlo. Si salvi chi può.