La penna degli Altri 06/11/2012 10:08

Pruzzo: «Sono stato il primo a levarmi la maglia: volevo darla ai tifosi. Regola da cambiare»

 
Buonasera, ci racconta quella volta contro la ?
«Segnai il 2-0 all’Olimpico nella stagione 1985-1986. Mi tolsi la maglia come gesto simbolico: la volevo consegnare a tutti i tifosi. Perché la maglia è di tutti, chi la indossa è solo l’interprete della passione e dell’amore di un’intera tifoseria».


Ma cosa scattò dentro di lei per fare una cosa che non aveva fatto ancora nessuno?
«Il gol era importante, contro la . Potete immaginare la grande soddisfazione. E allora corsi verso la e mi tolsi la maglietta, quasi a volerla donare al pubblico giallorosso. Come a dire: è vostra. Fui ammonito perché non si poteva correre sulla pista verso la curva e non perché mi tolsi la maglia».
 
La regola che costerà il derby a , in effetti, non c’era…
«No, e la trovo sbagliata. Secondo me andrebbe cambiata».
 
Perché?
«Perché se la maglietta si toglie e la si agita come fosse una bandiera è un gesto che viene da dentro e ci sta tutto. Ma deve essere solo per esultare insieme ai tifosi, perché poi con il passare degli anni in tanti ci hanno ricamato sopra. I giocatori ne hanno approfittato e hanno cominciato a mostrare messaggi di tutti i colori. Chi per la famiglia, chi per un amico. E questo nel migliore dei casi, perché poi sono state mostrate anche scitte offensive o di presa in giro per gli avversari…».
 
E cosa pensa del fatto che a il gesto costerà l’assenza nel derby?
«Mi dispiace per il ragazzo. Lui ha avuto una reazione quasi naturale il gesto gli è venuto così, senza pensarci. Forse ha inciso anche il momento che attraversa visto che è impiegato poco. Non dimentichiamoci poi che si è trattato del suo primo gol con la Roma, una rete importante».


Il secondo giallo ci stava?

«Forse l’arbitro De Marco sarebbe potuto essere meno fiscale, anche perché la maglia non l’ha tolta completamente. E comunque la regola che prevede l’ammonizione è da cambiare».