La penna degli Altri 17/11/2012 09:32
Prima il discorso alla squadra
O se lo ha dimostrato, è accaduto a sprazzi. Una partita da fenomeni, da futebol bailado, dal calcio champagne che ti dà il senso della svolta. Poi il niente, il buio, i gol fatti che non riescono a controbilanciare quelli presi. Dg e ds hanno preso la parola per questo. Una decina di minuti, un confronto breve, perché Baldini e Sabatini non dovevano dire grandi cose, ma far capire grandi cose. Laugurio è che la squadra li abbia capiti, che sia andata oltre il valore delle parole, che abbia afferrato il messaggio, perché nelle prossime tre partite si troverà davanti Torino, Pescara e Siena. Non proprio tre avversarie irresistibili.
La Roma può - anzi, deve - fare 9 punti su 9 se vuole provare a dare un senso a questo campionato, se intende concorrere quantomeno per la zona Champions. I segnali positivi che provengono da parte del gruppo (da parte, non da tutto) invitano a un moderato ottimismo. De Rossi continua ad essere un esempio, nel male come nel bene. Il rapporto con Zeman - è stato detto e scritto decine di volte - non è forte, non è nemmeno lontanamente paragonabile a quello che ha Totti con il tecnico boemo. Però, e nonostante sia costretto a restare ai box fino all8 dicembre per il pugno a Mauri, sta continuando a lavorare sodo come se nulla fosse accaduto, come se le tre giornate di squalifica non esistessero. Si allena con il resto della squadra, di cui si sente parte. Una squadra che qua e là in difesa ha commesso degli errori marchiani, ma una squadra splendida. Innanzitutto, per lintrinseco valore tecnico.
Prendete Bradley, candidato Pallone dOro a stelle e strisce e ottimo colpo di un mercato continuamente criticato nonostante Balzaretti, prima buono per tutti e poi scarso per tutti; nonostante Castan, prima Carneade e mica un top player, poi top player, poi non più; nonostante Marquinhos; nonostante Destro fosse prima un fenomeno e ora non vale lacquisto. Ma questa è una squadra splendida perché cè chi come Bradley, appunto, che non fa in tempo a tornare dallimpegno con la sua nazionale che scende in campo e attraverso le telecamere di Sky detta ai compagni lo stesso messaggio di Baldini e Sabatini: «Siamo convinti di quello che stiamo facendo». Crediamoci. Crediamoci perché noi siamo la Roma e loro il niente. Crediamoci perché loro potranno anche vincere un derby ma resteranno loro. Crediamoci perché il vero fallimento sarebbe quello di non crederci. Anzi, no. Non crederci dopo appena 11 giornate non sarebbe da falliti. Sarebbe semplicemente da stupidi.