La penna degli Altri 02/11/2012 08:32

Goicoechea e Lamela. Forza Roma, riparti da qui

Metamorfosi «L'esplosione di Lamela? È un segnale chiaro che pochi hanno colto — dice Zibì Boniek, fresco presidente della Federcalcio polacca —. È la dimostrazione che se con Zeman uno tira dritto e lo segue, fa il salto di qualità. Ora Lamela è un giocatore». Già, ed infatti il salto l'argentino l'ha fatto proprio grazie alle indicazioni del boemo: niente più palla spalle alla porta, tagli continui verso l'interno, maggiore forza mentale e consapevolezza dei propri mezzi. Lamela è l'esempio più classico di quello che ha detto nel post-gara di Parma: «Possiamo uscire da questo momento solo seguendo Zeman». Dopo le critiche estive, Lamela l'ha fatto e ora ne raccoglie i frutti. «Io ne sono rimasto impressionato — dice l'a.d. del Parma Leonardi — Erik è un fenomeno, può giocare anche in piscina. Nonostante la pioggia, continuava a puntare tutti». Doti tecniche, a parte, oggi Lamela è imprescindibile anche per un altro motivo: la sua propensione al sacrificio nei ripiegamenti difensivi, fondamentali per cercare di dare equilibrio alla squadra e tenere compatti attacco e centrocampo.



L'altra bella storia uscita dal pantano di Parma è quella di Mauro Goicoechea, il uruguaiano voluto da Zeman in extremis (è arrivato l'ultimo giorno di mercato) e che dopo tanta panchina (per l'infortunio di ), mercoledì ha fatto il suo esordio in Italia. E che esordio verrebbe da dire, viste le due parate su Belfodil (la prima dopo 45 secondi della ripresa, la seconda sull'azione del 3-1 emiliano) e il colpo di reni su Rosi. E se domenica fosse ancora in campo? Sarebbe una sorpresa, anche se a metà.

Verso il Palermo Stekelenburg, infatti, mercoledì è stato costretto a lasciare il campo per una botta al polpaccio. Niente di problematico a livello muscolare, ma anche ieri (ovviamente) l'olandese non si è allenato. La sua presenza contro il Palermo è ancora in dubbio, bisognerà vedere come verrà smaltito il dolore nelle prossime ore. Ma nel caso in cui Stek non ce la faccia, ecco che la carta di riserva non mette più paura come prima: Goicoechea, infatti, in soli 45 minuti ha guadagnato consensi, dimostrandosi reattivo, bravo con i piedi e soprattutto capace di giocare «fuori dalla porta», uno dei difetti cronici — ad esempio — di Stek. In caso di impiego domenica sera, quindi, Goicoechea ha la grande chance da giocarsi ad occhi aperti. «Peccato che quelle parate alla fine non siano servite a molto», ha detto a chi gli era vicino mercoledì a fine gara. L'uruguaiano, sconfitta a parte, è andato via dal Tardini soddisfatto, perché si è reso conto di aver lasciato comunque una traccia. E chissà che Zeman non decida magari di seguirla fino alla fine, soprattutto nel caso in cui Mauro con il Palermo si confermi a certi livelli. Sarebbe una sorpresa, è vero. Ma dopo Parma, molto di meno di prima.