La penna degli Altri 12/11/2012 09:47

Eppure la Roma c'è oltre l'apparenza



Almeno due partite ieri. Prima e dopo il diluvio. Finisce una e ne comincia un’altra. Finché la palla corre c’è solo Roma. Se la palla non corre, non c’è calcio di Zeman. La squadra lo sa talmente bene che si deprime anche più di quanto sia necessario. Senza i suoi poteri magici, la palla-rasoio che va, taglia, verticale, maniaca, la squadra si accartoccia all’indietro, si rifugia in una casa che non è la sua. E frana. Non sa e non trova altro modo [...]. Il gol di Candreva, titanico ieri perché titanico, poveraccio, è lo sforzo di cancellare presso di sè ogni traccia del suo essere romanista, è uno choc anafilattico. Non solo te lo aspetti, non solo arriva, ma arriva in circostanze assurde. Assurdo è anche il secondo gol, assurdissimo il terzo. La faccia di era allucinata già all’inizio e qui c’è ora, purtroppo, tutto il tempo di sanare quello che forse non è più sanabile. Zeman ha fatto il guaio, Zeman deve risolverlo.



Perché la Roma c’è. Sta arrivando. Si fa largo, faticosamente, a squarci, tra conati, impennate e tonfi, ma sta arrivando, ogni volta di più. Si è vista anche ieri, prima del diluvio. Sta mettendo a punto il suo capolavoro. Se riuscirà a sopportare la malasorte, gli arbitri, e soprattutto se stessa, la parte ancora malferma del suo giovane corpo, diventerà grandissima. Lo è già, ma ancora non lo sa