Telecamera e microfono, dunque: a Trigoria pretendono che nessuno dia una versione diversa da quella della società. Non esiste una versione personale, cè solo quella della Roma. Così Sabatini, venerdì scorso, alla televisione di casa (Roma channel), indica Zeman tra i responsabili di una posizione in classifica almeno deludente e ieri il dg rilancia, come se volesse avere addirittura un risalto superiore a quello del ds (chiamiamola sana competitività, come quella tra Osvaldo e Destro o tra Pjanic e Bradley), e mette sul mercato il vice capitano giallorosso. Il testo è questo: «De Rossi incedibile? In estate è stata ascoltata unofferta fatta dal Manchester City e, se labbiamo ascoltata, vuol dire che l'abbiamo presa in considerazione. Molti si dimenticano che i manager hanno il compito di gestire un club e hanno il compito di valutare tutte le opportunità, ma se non lascolti neanche come fai a valutarle? In quel caso labbiamo fatto poi è stato deciso di soprassedere e se dovesse arrivare un'altra offerta la riascolteremo, ma potremo tranquillamente decidere di soprassedere unaltra volta».
Venghino Ancelotti, Mancini e Mourinho, venghino. Da gennaio, il Psg, il City e il Real possono tesserare De Rossi se accontenteranno, ci mancherebbe altro, la Roma. Con 20 milioni o poco più. La strategia del club giallorosso sembra cambiata, almeno a rileggere le dichiarazioni di Baldini in questo 2012. Quelle del 6 febbraio, a Trigoria, nel giorno della conferenza stampa per spiegare i dettagli del rinnovo: «Con Daniele è stato raggiunto un accordo per altri cinque anni: è la dimostrazione che abbiamo intenzione di fare un calcio bello e vincente». Ancora il dg, lo scorso 18 settembre: «Mettere la mano sul fuoco sul fatto che De Rossi finirà la propria carriera nella Roma? Credo che ormai, avendo rinunciato questanno alla possibilità di avere questo tipo di trattativa, sia molto probabile che faccia tutta la sua carriera alla Roma. Se abbiamo rinunciato in estate a tale possibilità, non vedo come si possa presentare così tanto eclatante nel futuro». A Marassi, poi, lo scorso 21 ottobre prima dellinizio di Genoa-Roma: «Non è nostra intenzione cedere Daniele, abbiamo già rinunciato questestate quando potevamo farlo. Tra laltro non cè nessuna necessità economica che lo richieda».
Ieri mattina, invece, il ribaltone che nessuno si aspettava. Baldini ha dato il via alla trattativa (la proprietà, Usa e UniCredit, gli concede piena autonomia sulle cessioni, non sugli acquisti), invitando le aspiranti al tavolo già allestito per la negoziazione. La comunicazione non è mai stata storicamente il punto di forza della Roma, ma nelle ultime settimane è evidente lo scollamento interno. Incomprensibile la tempistica delluscita. Prima del derby e anche pesato il momento particolare del giocatore. De Rossi è amareggiato per luscita del dg. Per due volte, quando gli è stato offerto dai dirigenti giallorossi, ha detto no al trasferimento al City. Che la volontà fosse quella di cederlo, gli è stato chiaro quando sono arrivati a Trigoria i centrocampisti Bradley e Tachtsidis. Zeman, aziendalista come ce ne sono pochi, non aveva fatto una piega. In estate. Poi, quando lo ha escluso un mese fa, insieme con Osvaldo, per la gara con lAtalanta, fu feroce: «Vorrei giocatori motivati che pensano a squadra, società e città invece che ai fatti propri».
Domenica sera, con Daniele ancora in panchina perché non al meglio, lultima stilettata: «Se ci fosse stato il derby, De Rossi avrebbe giocato. Ci tiene molto, per lui non è una partita come tutte le altre. Ha una distorsione alla caviglia destra che si è procurato a Parma. Non si è allenato per tre giorni. Meglio farlo riposare, perché era un pò dolorante. Ma di solito i dolori si riescono a levare in qualche modo». Per la cronaca: il trasferimento allestero è quotato 2,10. Niente.