La penna degli Altri 24/11/2012 10:49

Chiusa l’inchiesta di Bari: nelle carte le ombre su Conte

KUTUZOV E GILLET Lo spogliatoio del Bari aveva deciso di vendere, praticamente all’unanimità, la partita agli avversari. Era una gara inutile per la classifica: Bari già promosso, Salernitana a caccia di punti salvezza. Costo dell’operazione: una cifra non ancora ben definita che va dai 160 ai 300mila euro. I giocatori si riuniscono in un paio di occasioni. Tra i promotori c’è l’allora difensore (poi diventato collaboratore dell’allenatore della ), Christian Stellini. però non si accorge e non sa nulla. Prima della gara, negli spogliatoi, dà la formazione come al solito. Qui è importante concentrarsi sul racconto di Gillet, il capitano di quel Bari, e uno dei protagonisti della combine. Il — oggi al Torino — ricorda che chiese a Colombo, attaccante di seconda fascia, di giocare titolare. «No, mister, già non gioco mai, io la faccia in questa farsa non la metto» avrebbe risposto, in sintesi, l’attaccante. Inutile la sfuriata di . Colombo non ne voleva sapere. Da qui la decisione di schierare titolare Kutuzov, con il quale si raccomandò, racconta lo stesso giocatore, di impegnarsi particolarmente. «Almeno tu». Le due dichiarazioni fanno intendere quindi che sapesse che c’era qualcosa che non andava in quella partita. E che i suoi giocatori non volessero giocare per vincere.

« NON SAPEVA» Tutti i giocatori interrogati da Bari (sono più di venti, tutti indagati, ma quasi la metà si è avvalsa della facoltà di non rispondere, compreso Colombo), anche quelli che hanno ammesso le proprie responsabilità, hanno però precisato che «il mister non sapeva nulla della combine ». Gli stessi Kutuzov e Gillet non hanno in nessun modo accusato , ma i problemi potrebbero arrivare dalle pieghe dei loro discorsi. Non è un caso che l’attaccante abbia già spiegato pubblicamente, con interviste televisive, che non voleva in nessuna maniera dire quello che ha detto. E anche il ha fatto sapere che le sue non volevano essere parole che potessero creare in qualche maniera problemi all’allenatore della . I verbali sono però depositati. Appena Palazzi li riceverà riconvocherà tutti i giocatori: toccherà a loro poi precisare, spiegare meglio e in questo caso, eventualmente, dire il contrario di quanto detto ai magistrati penali con tutto quello che una scelta del genere comporta.

LA DIFESA DI  L’allenatore della è stato ascoltato come testimone dai magistrati baresi. E proprio su Salernitana-Bari ha risposto a tutte le domande che il procuratore Antonio Laudati e i sostituti Ciro Angelillis e Giuseppe Dentamaro gli hanno posto. Ha spiegato che ci sono «segreti dello spogliatoio» che rimangono tali, anche a un allenatore attento ai particolari come lui. Di quel Salernitana-Bari ricordava tutto: mai aveva sospettato che addirittura fossero girati soldi negli spogliatoi. E se aveva chiesto particolare impegno ai suoi calciatori era stato proprio per scongiurare il rischio di una partita di “fine stagione”. «La partita con la Salernitana — ha spiegato in sintesi agli investigatori — era assai particolare. Erano in qualche modo gli stessi tifosi a chiederci di perdere, visto che c’era un gemellaggio con la squadra campana che aveva bisogno di punti per salvarci. Io però non ci stavo: eravamo promossi, ma lottavamo per il primo posto a cui io tenevo particolarmente. E io gioco sempre per vincere. Per questo ho chiesto ai ragazzi di impegnarsi come sempre».