La penna degli Altri 30/10/2012 08:24
Roma incompiuta Zeman alla sbarra
Tutto ruota, come nella prima stagione della nuova éra, attorno allallenatore. Dal gioco orizzontale, il tiqui taca di Luis Enrique, ecco quello verticale, sempre 4-3-3, di Zeman. Ma la Roma, cambiata radicalmente pure allinizio di questa annata, non decolla. Lequivoco è legato, più che un anno fa, allaspetto tattico. Lidea di calcio del tecnico di Praga è una. Una e basta. E i giocatori devono essere giusti per quella. Quindi lambiente si tormenta sulla decisione presa dai dirigenti: per ingaggiare uno come il boemo la prima cosa da fare era allestire un organico fatto su misura per il suo credo. Prendendo atto delle difficoltà di alcuni big (anche giovani), questo non è successo.
Allenatore sbagliato o calciatori inadatti al suo sistema di gioco: un errore o laltro, il problema spaventa. Saremmo di fronte a una strategia che non porta da nessuna parte. Perché per risolverlo bisognerebbe mandare via il primo o rifondare nuovamente lorganico. Due strade che, a stagione in corso, non sono praticabili e che nessuno dentro Trigoria, e nemmeno a Boston, vuole prendere in considerazione. Le perplessità sulla gestione tecnica che rimbalzano nella capitale da oltreoceano sono accertate, nonostante Sabatini si sforzi di proteggere Zeman, magari spingendolo a trovare, cosa accaduta anche nel colloquio che ha avuto ieri con il tecnico, gli accorgimenti giusti per ottenere la continuità di risultati che manca alla Roma. Di sicuro il ds gli ha chiesto di avere maggiore attenzione per il reparto arretrato, il peggiore della serie A con il Chievo: 16 reti subite. Baldini, dopo il crollo contro lUdinese, lo ha invece detto anche ufficialmente. Il dg ha elogiato la fase offensiva, bocciando inesorabilmente quella difensiva.
Baldini lanno scorso non ha mai preteso un obiettivo da Luis Enrique. Adesso è sicuramente più esigente: «Siamo convintissimi di avere messo a disposizione dellallenatore, e con la sua complicità, una rosa molto forte. Una squadra che ha come ambizione quella di vincere e farlo anche piuttosto alla svelta». Anche domenica sera ha dato come riferimento la zona Champions, lontana 7 punti. Il dg è passato dallaffetto per lasturiano, per lui sempre Luis, alla freddezza per il boemo, solo lallenatore. Un po più tenero Fenucci. Lad, anche ieri, ha evitato di mettere pressione al tecnico: «Lobiettivo è fare meglio dellanno scorso e raggiungere, se possibile, una competizione europea. Stiamo aspettando che la Roma possa pian piano crescere e dare le soddisfazioni che i tifosi meritano. Zeman, però, no ha bisogno di essere difeso: mancano tante partite, possiamo recuperare». Posizioni più che distinte tra loro.
I giocatori osservano ma, forse, non capiscono. I differenti punti di vista (qualcuno li considera schieramenti) nella dirigenza e le idee dellallenatore in campo e nello spogliatoio. Ieri un altro discorso, prima dellallenamento. Zdenek che rivisita il match con lUdinese e soprattutto il calo di concentrazione e di ritmo. Gli interpreti non giocano contro. Ci mancherebbe altro. Manca, però, la convinzione nel seguire, sempre e comunque, il boemo. Quando vuole attaccare senza pause, vietando di gestire la gara, quando urla per alzare la linea difensiva e quando sceglie di dare posizioni non gradite ad alcuni. Sembra niente. Perché basterebbe poco per arrivare al compromesso che aveva funzionato a Marassi. È, invece, tantissimo.