La penna degli Altri 02/10/2012 09:21
Roma, da progetto a cantiere ancora troppo aperto
Non si può dire che la società sia stata «avara» in questi quindici mesi. Ha messo a disposizione risorse pur chiedendo ai suoi manager di mettersi in linea di galleggiamento rispetto ai paletti fissati dal fair play finanziario. Certo, il calcio è una macchinetta mangia-soldi: più spendi, più hai limpressione che troppo poco sia stato speso. E un ambiente in cui le dimensioni del reale si confondono allinterno di visioni oniriche. La Roma, pur non eccedendo, ha comunque messo a disposizione energie finanziarie non irrilevanti, soprattutto in tempi di cinghia stretta. Costruire nel tempo: questo era lobiettivo. Eppure, per quanto riguarda la squadra, nonostante gli ottimismi della vigilia (peraltro quasi unanimemente condivisi) la squadra continua ad avere più laspetto di un cantiere appena aperto che di uno stabile privo solo di dettagli: porte, serramenti, rubinetterie. Qui siamo ancora alle fondamenta. Sarà meglio De Rossi di Tachtsidis nel ruolo di metodista? Probabilmente sì. Lassortimento di attaccanti sembra scarseggiare sul fronte delle punte laterali ma si può chiedere a Zeman, visceralmente legato al 4-3-3, di inventarsi una soluzione che metta daccordo penuria (di figure specifiche) ed efficacia? E poi il solito problema del laterale, sofferto anche lo scorso anno. Dopo una stagione, la rivoluzione «spagnola» è stata archiviata con cessioni e accantonamenti; la semina successiva, però, al momento non ha completamente attecchito. Al pari della squadra, anche la società appare alla ricerca di una identità, anzi di un organigramma. La «nuova» Roma in quindici mesi ha «battezzato» tre presidenti, nel frattempo figure che dovevano dare al club un tratto managerialmente innovativo appaiono già tentate da nuove avventure. Questo diffuso senso di incertezza incide negativamente sui risultati almeno quanto inappropriate scelte tattiche.