La penna degli Altri 02/10/2012 10:04
Rimpasto obbligato
Eppure un rimpasto è già all'orizzonte. Anzi, a dire il vero è iniziato. Dopo il passaggio di testimone tra DiBenedetto e Pallotta e il recente assestamento dell'organigramma (Pannes sopra tutti i cinque responsabili delle aree compreso Baldini, Fenucci nel ruolo di COO), entro Natale dovrebbe sbarcare a Trigoria un nuovo grande capo: da mesi gli americani hanno affidato a una società di «head hunting» (cacciatori di teste) la ricerca di un manager di alto profilo a cui affidare lo scettro della società. Siamo alla stretta finale. Alla Roma è in arrivo un dirigente di livello internazionale, destinato a sostituire l'attuale amministratore delegato Mark Pannes a tempo pieno. Sarà un'emanazione diretta della proprietà, il massimo dirigente a cui tutti gli altri dovranno rispondere. Una sorta di presidente operativo, visto che Pallotta continua a seguire le vicende romaniste dagli States e lo stesso Pannes ha troppi impegni.
La seconda poltrona che potrebbe «saltare» è quella di Fenucci. Un po' per una sua scelta, un po' per differenza di vedute con la proprietà nella gestione finanziaria del club. Lo aspetta il Milan nell'ambito della rivoluzione annunciata da Barbara Berlusconi. Il puzzle in composizione è questo: Galliani presidente della Lega di A, Fenucci ad del Milan, con la regia di Michele Uva: l'ex dirigente, fra i tanti incarichi, di Lazio e Virtus Roma di basket è pronto a seguirlo a Milanello. I contatti sono avanzatissimi, la Roma non avrebbe problemi a liberare Fenucci, che ha firmato un contratto triennale ma ha perso alcune deleghe. Non quelle sul progetto stadio. Imminente l'annuncio della zona dove verrà costruito: salvo sorprese sarà Tor Di Valle. E Baldini che fa? Da una parte continua a essere tentato da un ritorno in Inghilterra, dove il Tottenham (e non solo) continua a fargli la corte. Dall'altra il dg non intende lasciare a metà una missione a cui si è legato per quattro anni. Fino al termine della stagione un divorzio è da escludere. Poi si vedrà. Anche il dg non ha condiviso alcune decisioni della proprietà e ha perso dei punti di riferimento a Trigoria. Per ora non molla, a fine stagione deciderà il da farsi insieme a Pallotta. Lo stesso Sabatini è padrone del suo destino. È stato l'unico dei nuovi dirigenti a firmare, per due volte, un contratto di un solo anno. Al termine del campionato rimetterà il suo mandato agli americani, i risultati condizioneranno inevitabilmente le reciproche scelte.Il ds resta comunque l'uomo più in sintonia con la proprietà. Oggi toccherà a lui e Baldini parlare con la squadra e Zeman, tra domani e giovedì sarà il turno di Pallotta, in arrivo a Trigoria insieme a Pannes. C'è voglia di dare una scossa al gruppo e allo stesso allenatore. Il presidente parteciperà anche al cda previsto per venerdì, dopo il quale verranno pubblicati i dati del bilancio d'esercizio appena chiuso. La perdita è superiore ai 50 milioni, già coperte dal finanziamento di americani e Unicredit da 50 milioni che dovrà essere trasformato in aumento di capitale. Il cda darà il via definitivo all'ultima fase tecnica. Pallotta vuole andare oltre: in agenda una serie di riunioni e colloqui personali per analizzare a fondo i problemi da risolvere a Trigoria. In prospettiva ce n'è uno piuttosto scomodo: tra i contratti in scadenza pure quello di Bruno Conti, ex direttore tecnico della prima squadra e ora a capo del settore giovanile, ad esclusione di Primavera e Allievi. A breve dovrà discutere il suo futuro con la società. Può restare, ma a determinate condizioni.