La penna degli Altri 30/10/2012 09:39

Da un'utopia all'altra

Il fatto è che per la seconda volta il tandem Baldini- ha operato una scelta difficile, che a molti è parsa azzardata anche se affascinante. Riportare l’integralista boemo tredici anni dopo nella capitale è stata sicuramente una grande idea sotto il profilo mediatico e anche sul piano dell’immagine, nel solco di un calcio per il calcio, lo sport nella sua accezione migliore: gradoni e sudore, spettacolo e gol. Cosa pretendere di più? I risultati. Che, come in tutte le stagioni di Zeman a livelli importanti, arrivano con preoccupante intermittenza. Zeman vuole una squadra che per 90 minuti più recupero giochi come nei primi venti di Roma-Udinese.

Umanamente impossibile e il boemo lo sa. Nessuna squadra al mondo può mantenere quei ritmi. La partita perfetta può riuscire una volta ogni tanto, ma i tre punti vengono distribuiti una volta ogni sette giorni, a volte come domani anche ogni tre. Forse Zeman non tiene conto della stanchezza, degli errori di cui è infarcita una partita di calcio, della bravura degli avversari nello studiare i suoi punti deboli e mettere in pratica contromosse adeguate. (...)

Dall’illusione di una Roma stile a quella di una squadra che faccia sempre un gol più degli altri (...). Per adesso è una Roma che, come nella passata stagione, attacca in massa anche quando è in vantaggio, perde palla sulla trequarti e lancia il micidiale contropiede avversario con quel che resta della difesa in barca. Ed è gol... Un calcio spettacolare, divertente. Ma per chi?