La penna degli Altri 09/10/2012 10:19
«Core de Roma» striglia i due litiganti Sdengo e Daniele
Vorrei cominciare da Daniele. Con una doverosa premessa. A me sembra molto strano che un ragazzo della sua caratura possa essere accusato di scarso impegno. Ma come, parliamo dello stesso De Rossi di cui abbiamo ammirato in questi anni innanzitutto l'abnegazione e l'attaccamento alla maglia? Possibile che proprio lui, ora, sia il primo a tirarsi indietro o a comportarsi male? Io non so se e cosa sia successo negli ultimi giorni a Trigoria, ma una cosa l'ho capita: forse Daniele soffre la nuova collocazione che gli ha trovato Zeman, non più regista e volante della squadra, ma semplice interno di centrocampo. Forse la vede come un affronto alla sua carriera. Ci può stare, è umano. Ma non è consentito ad un giocatore del valore, del prestigio e dello stipendio di De Rossi abbassare la guardia o, peggio, tirare un po' il freno solo perché gioca in un ruolo che non sente suo. Al sottoscritto è successo tante volte di passare dal centro della difesa alle fasce, ma mai mi sono sognato di allenarmi e/o giocare con meno intensità. Altra cosa è discutere con l'allenatore di questioni tecniche e tattiche, e qui vengo a Zeman.
Sono stato a lungo capitano della Roma e più volte mi sono trovato a confrontarmi, anche duramente, con i miei allenatori. Può darsi che sia capitato anche a De Rossi e Zeman. Se è andata così, al tecnico boemo chiedo di non comportarsi come fece Helenio Herrera, che dopo alcuni confronti mi mise alla porta, chiudendo di fatto la mia carriera. Insomma, parlatevi, chiaritevi e soprattutto pensate che prima delle vostre idee c'è il bene della Roma, da tutelare. Quello sì, è sacro.