La penna degli Altri 03/10/2012 10:52

Confronti, strigliate, sudore

Oltre a confermare la piena fiducia della società in Zeman ha detto chiaro e tondo al gruppo: «Noi siamo qui per vincere, quello che volete voi». Non c'è spazio per alibi e dubbi, insomma, in un momento che più delicato non si può. Il ha provato anche a spazzare i sospetti sul suo possibile addio dal club e lo stesso farà oggi nella conferenza stampa fissata alle 14.30 del giorno del suo 52° compleanno: ribadirà la voglia dei manager di andare avanti e risolvere i problemi, supportati da una proprietà forte alle spalle.

Baldini non sta ancora pensando alla «fuga». A fine anno, come , farà il punto della situazione con gli americani ma nessuno dei due ha voglia di abbandonare un progetto a metà. Dopo il , parola al ds. Da è arrivato un richiamo al senso di responsabilità e una richiesta alla squadra di «scavare un solco tra la sconfitta e la vittoria». A quel punto nessuno dei giocatori ha replicato. «Ora dovrete lavorare immagino» la chiusura del ds. «No, ora devo parlare io» è intervenuto Zeman. I dirigenti allora sono usciti dalla stanza, lasciando dentro la squadra e il tecnico. «Il mio calcio è semplice, se non lo capite ditemelo adesso» ha chiesto al gruppo il boemo, oltre a sottolineare tutto quello che non gli è piaciuto della prestazione di Torino.

L'atteggiamento arrendevole, innanzitutto. Poi il mancato rispetto delle consegne. Il momento forse più significativo ha visto come protagonista . Il centrocampista ha voluto spiegare all'allenatore il senso delle sue parole pronunciate dopo il ko con la . Non un'accusa sul sistema di gioco o sulla qualità della Roma, semmai voleva sottolineare la difficoltà di qualcuno ad adattare le proprie caratteristiche al modulo di Zeman. «Ma io allo scudetto voglio crederci come lei» ha assicurato . Poi tutti in campo. A sudare sui gradoni. Non per punizione: questa è la normalità per Sdengo. La Roma da domenica contro l'Atalanta cambierà. Anche in alcuni uomini: Perrotta, ad esempio, è piaciuto e potrebbe avere una chance. Scalpita anche Marquinhos. Si vedrà.

L'atmosfera allo stadio non sarà delle migliori, festa per la «hall of fame» a parte. Ieri solo un assaggino della contestazione annunciata dai «capipopolo» per domani. C'era poca gente fuori dai cancelli di una Trigoria presidiata da un'auto della Municipale all'esterno e una dei Carabinieri all'interno, mentre la Digos ha accompagnato i giocatori a fine allenamento. Qualcuno ha utilizzato i cancelli secondari, non , uscito per primo e disponibile a firmare autografi. Applausi solo per lui e , Piris e Lamela si sono presi i fischi, mentre Balzaretti ha rassicurato i tifosi sul suo recupero per domenica. Zeman è uscito a bordo di una Citroen elettrica, si è soffermato a firmare foto e autografi e non ha risposto alle domande dei pochi presenti. Anche per lui c'è qualche timido applauso. E ora tocca a Pallotta. Prima di seguire i «suoi» Celtics a Milano si dividerà tra squadra, riunioni varie, questione stadio, cda e celebrazione della Hall of fame. In fundo , sperando che sia dulcis.