La penna degli Altri 18/09/2012 10:48

Zeman, rischiose abitudini. E la Roma già si divide

Dopo sole tre giornate di campionato, insomma, è cominciato il processo a Zdenek Zeman. Il tecnico è finito sul banco degli imputati, dopo essere stato osannato per la vittoria a Milano contro l’Inter. Cose che capitano in una piazza umorale come quella romana, anche se stavolta l’allenatore e i giocatori giallorossi hanno fatto di tutto per disorientare i tifosi. La vera Roma è quella bella e spumeggiante vista con l’Inter e per oltre un’ora con il o quella che ha acciuffato il pareggio in extremis col Catania e che si è fatta raggiungere e poi superare - non era mai successo nella doppia gestione del boemo - partendo da due gol di vantaggio? A Zeman vengono contestate principalmente le sostituzioni di e Lamela, quando la Roma era in vantaggio di due gol, con Marquinho e Nico Lopez, che invece avevano avuto un buon impatto rispettivamente contro Inter e Catania.

Ai calciatori sono imputati gli errori individuali sui gol del : Piris, Burdisso e Stekelenburg sono additati come responsabili della sconfitta, ma più in generale è la difesa ad essere finita sotto accusa. I numeri non aiutano perché dopo tre gare la Roma ha subìto ben 6 reti, troppo facile fare la media. In 85 anni di storia, solo tre volte i giallorossi hanno fatto peggio: nel ’50-51 (anno dell’unica retrocessione in serie B, i gol furono 9), nel 2009-10 (7 con Spalletti e poi Ranieri) e nel 2010-11 (7 con Ranieri).

Lo scorso anno, con Luis Enrique in panchina, la Roma nelle prime tre giornate subì solo 3 reti, ottenendo però la metà dei punti (2 contro 4 del boemo). Il paragone più penalizzante per Zeman, però, è quello con se stesso: nel campionato ’97-98 la Roma subì due reti, l’anno successivo solo una. Domenica a Cagliari, dove i giallorossi non vincono dal 29 ottobre 1995 (doppietta di Fonseca, l’allenatore era Mazzone), la prova d’appello: ai tifosi giallorossi andrebbe bene anche una vittoria di misura, senza subire gol. Chissà se questa Roma ne è capace.