La penna degli Altri 04/09/2012 10:50

Quando la vita è tutta rose e Florenzi

Un abbraccio al papà Luigi, rimasto a guardare il suo esordio sul divano di casa, lasciando che a seguirlo a Milano fosse soltanto la mamma Luciana e che poche ore prima della partita, accompagnando un amico al supermercato, non aveva resistito alla tentazione di comprare una bottiglia di spumante: «Questo lo mettiamo in fresco, poi comunque vada stasera si brinda». Ex calciatore con un passato nei campionati di Eccellenza e Promozione, Luigi nell’ultimo anno ne ha fatti di chilometri per seguire Alessandro, ma una serata come quella di domenica difficilmente l’avrebbe saputa immaginare più bella. E dire che dopo i venti minuti con il Catania non gli ha risparmiato una bonaria tirata d’orecchie per un passaggio sbagliato, quello che gli ha strappato un’esclamazione anche in tribuna, dove Alberto , seduto qualche fila più in là, si è voltato per difendere il suo ex capitano. «Ma poi l’ho abbracciato, chi se lo sarebbe immaginato che mi avrebbe portato all’Olimpico». A Milano il ventunenne si presentava dal primo minuto, lui che fin lì di minuti in serie A non arrivava a metterne insieme trenta e a questo punto - visti i risultati e visto che Bradley ne avrà ancora per diverse settimane - sarà difficile togliergli una maglia da titolare e magari dopo la lunga parentesi con l’Under 21 gli arriverà anche la chiamata della Roma per ridiscutere un contratto in scadenza nel 2014, ma ancora su cifre da Primavera. «Sarà un contratto nuovo, non un ritocco - ha precisato il suo procuratore Alessandro Lucci a Sky -. Abbiamo già parlato con i dirigenti della Roma, parleremo del nuovo contratto forse già a settembre. rimarrà alla Roma e si troverà un accordo, il ragazzo è romanista. Spero che rimanga a lungo in giallorosso. Ha i piedi per terra, una grande testa e questa è la cosa più importante». 

D’altra parte, aveva cominciato con un gol anche la sua esperienza in Serie B con il Crotone, e sempre di testa, non esattamente la specialità di uno che fino alle trentacinque presenze in rossoblù ha passato una vita a sentirsi ripetere "sei bravo, però certo un po’ leggero...". ha lavorato in silenzio fino a smentirli tutti, chiudendo la sua prima stagione fra i professionisti con il premio di miglior giocatore del campionato di B insieme a Lorenzo Insigne, arrivato in Nazionale pur non arrivando al metro e settanta: «Ci sono due o tre giovani, come Immobile e , su cui mi sento di scommettere - ha detto l’attaccante del - perché stanno dimostrando anche in Serie A di promettere molto bene».

Sbarcato a Brindisi intorno alle dieci, a mezzogiorno Alessandro era ancora sul pullman che doveva portare l’Under 21 a Casarano, dove gli azzurrini di Mangia affronteranno giovedì il Lichtenstein e lunedì prossimo l’Irlanda. Fortuna che a fargli compagnia c’era un po’ della sua Primavera, da Paolo Frascatore all’inseparabile Federico Viviani, compagno di stanza e di regia nella Roma e che due anni fa rischiò addirittura di esordire in Serie A prima di lui con Montella.

Telefono bollente per , difficile tenere il conto di chiamate e messaggi. A cominciare da quello del suo allenatore a Crotone, Massimo Drago, subentrato a Menichini (di cui era il vice) a metà della scorsa stagione e che da lui è stato conquistato: «Quando facevo gli allenamenti, dicevo ai ragazzi che alle tre dovevano essere pronti e lui alle due era già in campo a divertirsi - ha detto il tecnico a Gazzettagiallorossa.it -. Alessandro viene da una famiglia umile e fin da piccolo ha vissuto il calcio: essere sempre in questo mondo gli è servito tanto. Quello che mi piace di più di lui è l’umiltà, qualità che hanno in pochi. E poi ha dimostrato di essere prontissimo per la Serie A. Ha dei tempi di inserimento perfetti nelle aree avversarie, e come dice Zeman, ha la stessa efficacia sia in fase difensiva sia in quella offensiva. È un ragazzo che potrà far parlare di se: se Verratti è stato venduto per 12 milioni, il suo valore di mercato ad oggi non può essere inferiore. Sono certo che non si brucerà, perché ha troppo sale in zuca». Stramaccioni lo ha salutato con una battuta («ma non la posso ripetere» ha detto lui ridendo) prima di fargli i complimenti con un pizzico di emozione, perché quando lui e il suo vice Massimiliano Catini (a cui aveva promesso la maglia) se lo sono trovato di fronte nel tunnel del Meazza, il pensiero è andato a qualche anno fa, quando il tecnico lo ha fatto passare da riserva nei Giovanissimi a regista degli Allievi. Il resto, la fascia di capitano nella Primavera, lo scudetto, l’esordio in Serie A sostituendo , è venuto dopo. Intanto a Vitinia lo aspettano per un brindisi con gli amici di sempre, quelli che sfidava (e batteva regolarmente) in lunghe partite a biliardo. Erano altri tempi, la celebrità finiva dove finisce il quartiere. L’impressione è che adesso dovrà cominciare ad allenarsi anche per firmare autografi.