La penna degli Altri 27/09/2012 11:28

La Roma non sa vincere. Totti fa, Stekelenburg disfa

 
Già dal primo tempo i due allenatori sembrano impegnatissimi a non tradire il proprio bagaglio genetico: la Roma di Zeman proiettata costantemente nella metà campo avversaria, la Samp dell’ex difensore Ferrara concentrata soprattutto per contenere. Perché il gioco giallorosso deborda sulle corsie laterali dove Balzaretti e Taddei costringono alle corde i laterali blucerchiati. Ma la mole di palloni scaraventati in area di rigore sbatte ripetutamente contro l’appannatissima mira di Mattia , terminale svogliato del gioco romanista. Sarà l’ansia del primo gol romanista — atteso ancora inutilmente dopo tre gare così così — sarà
la pressione di non dover far rimpiangere Osvaldo, il miglior goleador di un anno fa, e i 16 milioni spesi dal club per strapparlo alla concorrenza della . Ci prova il capitano a metterlo davanti al , lui però gli spara addosso replicando un paio di volte mezz’ora più tardi. L’illusione del gol di spedisce in paradiso la squadra di Zeman, ma solo fino a quando Stekelenburg non decide di complicare la vita di compagni e allenatore.
 
Tengono, prima e dopo, le maglie di una Sampdoria ancora imbattuta tra campionato, coppa Italia e precampionato. Una corazzata che dal suo allenatore ha ereditato la capacità difensiva, ma anche una cattiveria in grado di intimidire i baby attaccanti della Roma e Lamela, cocciuti anche nel finale a tentare il dialogo per entrare in area di rigore. Semmai, la grande occasione per uscire dalla capitale con il bagaglio pieno è proprio della Samp. Non fosse così giovane, forse, il diciannovenne Icardi manterrebbe la freddezza per non lasciarsi recuperare da davanti a Stekelenburg a 20’ dalla fine. Chissà se avrebbe fatto meglio Pozzi, costretto al forfait dopo mezz’ora appena per una distorsione al ginocchio. Nel recupero poi è Romero, che la Roma aveva preso un anno fa prima di preferirgli Stekelenburg, a dire l’ultimo no a Balzaretti. Così, mentre Zeman continua a battagliare con i suoi tanti nemici — e Ferrara è solo l’ultimo — la Roma fatica a trovare in campo la strada giusta. L’imminente - Roma con i suoi veleni (anticipati dai vergognosi cori contro Pessotto in ), nella capitale non lascia sereno davvero nessuno.